Con 442 voti favorevoli, 19 contrari e 51 astenuti è arrivato disco verde della Camera alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier Mario Draghi in relazione al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). I deputati di Fratelli d’Italia si sono astenuti, mentre voto contrario è stato espresso dai parlamentari di Alternativa c'è, componente creata da fuoriusciti dal M5s.

Nessun problema anche al Senato, il piano passa con 224 voti a favore, 16 contrari, e sempre con l’astensione di Fratelli d’Italia.

“La scadenza del 30 aprile non è mediatica, se si arriva prima si ha accesso ai fondi prima. Se il piano viene presentato subito, si ha accesso alla prima quota. Mi dispiace per i tempi ristretti della discussioni - ma, ha precisato il presidente del Consiglio - il dialogo non è finito qui, il contributo che il Parlamento può dare è solo all’inizio. Tutte le riforme saranno adottate con provvedimenti legislativi, il Parlamento avrà un ruolo determinante nella discussione e nella determinazione del contenuto. Una collaborazione tra esecutivo e legislativo è fondamentale ora e lo sarà ancora di più”, ha sottolineato Draghi.

“L’intero piano è un investimento sul futuro e sulle giovani generazioni, dobbiamo garantire ai nostri giovani welfare, sicurezza abitativa e un mercato del lavoro adeguato”, ha affermato Draghi aggiungendo: “gli enti locali sono i veri attuatori del PNRR”. “La vera sfida, non appena il piano sarà consegnato, è trovare un modo di attuazione dove amministrazioni locali e centrali sono chiamate a una mole di interventi eccezionali, trovino uno schema di governo del piano”. Per Draghi: “questo è il vero governo del piano, non tanto quello che succede a palazzo Chigi, quali comitati si formano. Gli enti locali sono i veri attuatori del piano, cui vengono destinati quasi 90 miliardi, il 40 per cento del piano”.

“Il piano asili nido stanzia 4,6 miliardi per le scuole dell'infanzia, questo porta 230mila posti per i bambini più piccoli, ed è una stima prudenziale. L'ambizione del governo è raggiungere e superare gli obiettivi UE, del resto abbiamo un tale arretrato che bisogna essere ambiziosi per recuperare sul passato”.

Un passaggio poi sul mezzogiorno, a cui è destinato circa il 40% delle risorse che possono essere ripartite su base territoriale: “Noi dobbiamo far ripartire e poi accelerare la crescita del Mezzogiorno ferma ormai da mezzo secolo”, ha detto Draghi nella replica alla Camera. “Al Sud andranno circa 82 miliardi di euro”.

Spazio anche alle riforme necessarie per garantire una ripresa strutturalmente solida: “La riforma del fisco fa parte di quell’insieme di riforme che, sebbene non ricomprese nel perimetro delle azioni previste dal Piano, devono accompagnarne l’attuazione. La riforma fiscale è tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee”.

“Il Piano interviene per garantire in maniera equa e adeguata il diritto allo studio, e stanzia quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi, 500 milioni per le borse di studio per accedere all’università. Prevede poi l’ampliamento dei dottorati, attraverso un finanziamento cumulativo di circa un miliardo”, ha detto ancora Draghi, parlando del capitolo relativo agli interventi in materia di istruzione.

Per quanto riguarda turismo e cultura vengono “destinati circa 8 miliardi di euro. Sono previsti interventi per la valorizzazione di siti storici e culturali, volti a migliorare la sicurezza, l’accessibilità e la loro attrattività. Ci sono inoltre investimenti nel digitale, per consentire il collegamento dell’intero ecosistema turistico e per migliorare la competitività delle imprese”, ha detto ancora il presidente del Consiglio. Mentre “per quanto riguarda Roma, il PNRR prevede un’iniziativa specifica ‘Caput Mundi’ da 500 milioni di euro per finanziare progetti che valorizzano il patrimonio storico e culturale della città di Roma; permettono la messa in sicurezza di luoghi pubblici ed edifici storici; digitalizzano i servizi culturali e rinnovano parchi e giardini storici”.

Draghi è poi passato allo sport, ammettendo la mancanza, da anni, di progetti e piani dedicati alla gestione complessiva del mondo sportivo nazionale da parte dei precedenti governi: “Con un miliardo di investimenti nel PNRR da oggi lo sport ha piena dignità nelle politiche pubbliche del nostro Paese, anche per lo stretto legame che c’è tra l’attività sportiva, il benessere e la coesione sociale. Intendiamo potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie. Delle infrastrutture sportive scolastiche beneficerà inoltre l’intera comunità territoriale, al di fuori dell’orario scolastico attraverso convenzioni e accordi con le stesse scuole, gli enti locali e le associazioni sportive e dilettantistiche locali”.