SALERNO - Il suo nome era legato alla condanna nel 2014 del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, per abuso d’ufficio. La sentenza di primo grado era stata poi superata dall’assoluzione in appello, pronuncia di secondo grado confermata in Cassazione. Ma Roberto Penna, 60 anni a settembre prossimo, da pm nel capoluogocampano si era conquistato ormai una fama di magistrato non prono ai poteri forti. Destò quindi sorpresa una perquisizione del 14 luglio di un anno fa che lo coinvolse, così come coinvolse imprenditori legati a un consorzio con sede nel palazzo della prefettura salernitana, uno dei quali ex generale della Guardia di Finanza.
Ora, l’inchiesta aperta a gennaio 2021 ha portato a 5 misure cautelari nei confronti di Penna, di Maria Gabriella Gallevi, avvocato del Foro di Salerno e sua compagna, e di Francesco Vorro, Umberto Inverso e Fabrizio Lisi (ex comandante della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza), imprenditori soci di un consorzio.
Penna, è l’ipotesi investigativa, in cambio di incarichi per Gallevi, avrebbe fornito agli imprenditori informazioni su procedimenti giudiziari che li riguardavano, anche fascicoli sul suo tavolo. I tre soci, inoltre, contavano su di lui, per evitare provvedimenti prefettizi, avere in rapporti con un funzionario prefettizio ed entrare nella white list del Palazzo di Governo salernitano.