TEHERAN – Continuano le manifestazioni contro il caro benzina. E il regime annuncia che i capi delle proteste saranno impiccati. La notizia è stata diffusa dal quotidiano conservatore Kayhan, che cita fonti del governo.
Come già accaduto in passato, il regime ha accusato gli Stati Uniti di fomentare le manifestazioni. Un’accusa non del tutto infondata: in un messaggio su Twitter il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, si è infatti rivolto ai manifestanti iraniani con queste parole: “Gli Usa vi ascoltano, vi sostengono e sono con voi”.
Immediata la risposta del governo di Teheran: “È curioso che gli Usa mostrino solidarietà con quello stesso popolo che subisce la pressione delle sanzioni americane”, ha dichiarato il ministero degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, che ha poi preso di mira l’Unione Europea: “Gli europei appoggiano le proteste per cercare di nascondere la loro incapacità di contrastare gli Stati Uniti nelle trattative con l’Iran. L’Europa è responsabile delle conseguenze di queste pericolose provocazioni”.
Nel frattempo, l’Onu si è detta preoccupata per l’uso di proiettili contro i manifestanti. Secondo Amnesty International, più di 100 persone sono state uccise negli scontri degli ultimi giorni. L’organizzazione aggiunge che il perdurare del blocco di internet servirebbe “a creare un black-out dell’informazione sulla repressione in corso”.
Stando a quanto riferisce l’osservatorio indipendente NetBlocks, in Iran è impossibile accedere a internet da più di due giorni. Le prime interruzioni sono coincise con le manifestazioni di venerdì, quando la popolazione ha cominciato a protestare per l’aumento dei prezzi del carburante. Sabato, quando le manifestazioni si sono fatte più violente, i principali operatori telefonici iraniani hanno interrotto ogni servizio. Qualcosa di simile era accaduto nelle settimane scorse in Iraq, dove il blocco di internet era coinciso con un’ondata di proteste antigovernative.
L’aumento del carburante deciso dal governo iraniano è stato annunciato venerdì e prevede che gli iraniani possano comprare fino a 60 litri di benzina al mese, pagando circa 40 centesimi di euro al litro. Ogni litro in più costerà 80 centesimi. Prima del provvedimento, gli iraniani potevano comprare 250 litri di benzina al mese, pagando circa 25 centesimi al litro. Ogni litro in più costava 23 centesimi.
Tra le ragioni che hanno spinto Teheran ad aumentare il costo del carburante c’è la difficile situazione economica in cui l’Iran versa da quando l’amministrazione di Donald Trump ha reintrodotto le sanzioni che erano state sospese nel 2015, dopo la firma dell’accordo sul nucleare.
Intanto, continuano le manifestazioni antigovernative anche in Libano, dove la popolazione protesta contro la classe politica. “Non lasceremo le strade fin quando non se ne saranno andati tutti questi politici”, hanno dichiarato alcuni manifestanti.
Martedì migliaia di persone sono confluite nel centro di Beirut per protestare contro una proposta di amnistia sui reati finanziari. Il Parlamento avrebbe dovuto discutere la proposta proprio martedì, ma il presidente ha rinviato la seduta perché i manifestanti hanno impedito a molti parlamentari di accedere all’edificio del Parlamento.
Nel frattempo, le banche libanesi hanno preso misure per impedire ai cittadini di prelevare i loro risparmi.