Anni addietro durante una mia visita a Roma, passeggiando piano per scolpire nella mente tutto il fascino della Città Eterna, tra le vie nelle vicinanze del Pantheon e più in là, nella famosa Piazza Navona e Palazzo Madama, ci siamo imbattuti nella bellissima piazzetta e la chiesa intitolati a Sant’Eustachio, un santo abruzzese di cui in Sicilia non avevamo mai sentito parlare. 

La leggenda racconta che la chiesa si erge proprio dove un tempo sorgeva l’antica casa di Placidus, un ufficiale dell’Esercito romano che, un giorno, durante una partita di caccia, scorse un cervo  tra le cui corna si distingueva una croce, che rappresentava l’immagine di Cristo. Questo incontro nella foresta riuscì a farlo convertire al Cristianesimo: il giovane Placidus venne battezzato col nome di Eustachio, ma non passò molto, e venne preso dai soldati dell’imperatore Adriano e martirizzato, arso vivo in una statua di bronzo svuotata e dalle sembianze di un toro, insieme a tutta la sua famiglia. Dovevano trascorrere ben due secoli prima che Costantino Magno desse ordini di costruire sulle fondamenta della casa, una chiesa. Ciò che rimane tutt’oggi dell’originale chiesa del Medioevo è il campanile dell’antico periodo romanesco. Nella chiesa è conservato un organo del 18esimo secolo. Mentre nell’altare principale, ricco di marmi policromi e bronzi disegnati e scolpiti da Nicola Salvi, poggia un’urna, che secondo la leggenda contiene i corpi di Sant’Eustachio, della moglie e dei loro figlioletti, ed è sormontata da una cupola con le chiare immagini di un cervo, una colomba e un cherubino insieme ad alberi di palme. 

A Melbourne, al Casa d’Abruzzo Club, la serata in onore di San Eustachio, patrono di Tocco da Casauria, in provincia di Pescara, dello scorso sabato 21 settembre, nel grande “Salone l’Aquila” del sodalizio abruzzese di Epping, non poteva essere più effervescente, vivace e ben organizzata nei minimi dettagli, riuscendo ad accontentare i 500 e più commensali costituiti dalle numerose famiglie e dai loro amici, molti dei quali non abruzzesi ma di altre Regioni e località italiane, che sono accorse da ogni sobborgo di Melbourne. 

Felicissimo del risultato straordinario e con un filo d’emozione, Guido Mascitti, a capo del gruppetto organizzativo, al tavolo, spiegava: “Questa festa, la seconda in onore di Sant’Eustachio, a Tocco da Casauria è nota come ‘quella dei ricchi’. La prima cade a maggio, quindi in primavera, ed è la cosìddetta ‘festa dei poverelli’ perché le famiglie, in prevalenza contadini, mandriani e agricoltori, in quel periodo dell’anno hanno poco o nulla da donare per realizzare una grande festa, dato che le famiglie avranno consumato quasi tutto ciò che avevano messo da parte per il lungo inverno. Mentre a settembre, per  la seconda festa, subito dopo le buone annate di vendemmia, con i granai stracolmi e con soffitti pieni di tanti ottimi prodotti della terra e degli allevamenti di animali, sia per prodotti casearei sia per insaccati, le famiglie sono ben disposte a donare generosamente per festeggiamenti più spettacolari in onore del loro Santo Patrono. Quindi, in questo affollato salone stasera possiamo vedere con piacere come intere famiglie da molti sobborghi di Melbourne, insieme a parenti e amici, siano qui con i loro giovani e bambini per poter celebrare insieme una tradizione abruzzese locale, che molti dei nostri compaesani emigrati in questa terra ospitale, prima di noi, negli anni ’60, iniziarono a organizzare, sulla falsariga dei festeggiamenti al nostro paese. E lo fecero sia per mantenere viva la fede al nostro Santo Patrono sia perché noi tutti veramente crediamo che Sant’Eustachio ci abbia aiutato a superare i nostri problemi iniziali di inserimento sociale in questo paese di cui conoscevamo poco o niente. Ma lo facciamo anche per non dimenticare una gran bella tradizione culturale che ci siamo portati con noi dai nostri luoghi di nascita, e quindi fa parte della nostra storia che tanto vorremmo far conoscere ai nostri figli. Trasmettere loro e anche ai nostri nipoti le nostre origini cristiane”. 

Difatti, ogni anno, sono in centinaia i fedeli toccolani che da ogni parte d’Italia e di altri Paesi dove sono emigrati fanno ritorno al loro luogo natìo, dove le celebrazioni religiose e sociali vanno avanti per tre giorni, iniziando con la celebrazione delle Sante Messe per Sant’Emidio il 19 settembre, per scongiurare catastrofiche ricorrenze sismiche. Quindi per Sant’Eustachio martire, il 20 settembre, e il giorno dopo, 21 settembre, il festival religioso annuale che vede la conclusione dei festeggiamenti in onore della Madonna. 

Per i toccolani di Melbourne questo è il più grande appuntamento religioso annuale del luogo, e le famiglie toccolane sanno bene come organizzare i festeggiamenti in onore di Sant’Eustachio “Usualmente - afferma Paola Marino, una componente del Gruppo di Lavoro ristretto delle celebrazioni annuali al Casa d’Abruzzo Club - anche a Melbourne la prima festa viene organizzata annualmente il 20 maggio, mentre invece questa di settembre è la tanto attesa e molto più grande serata di intrattenimento con cena che inizia con la tradizionale Minestra di Sant’Eustachio a base di polpettine di falso-magro e verdura, alla quale fa seguito un bel piatto di bucatini al sugo e quindi pesce al forno”. Dopo il caloroso saluto di benvenuto ai commensali del presidente del grande sodalizio abruzzese di Melbourne, Fernando Cardinale, che alla serata era accompagnato dalla sua consorte Connie, a cui ha fatto seguito anche un saluto del presidente del Comitato di Lavoro dei festeggiamenti in onore di Sant’Eustacchio, Guido Mascitti, a intervalli, fra le varie portate della gustosa cena, i commensali sono stati allietati dalla piacevole musica da ballo del quintetto di Tony Cursio. 

Quindi è con questa serata che si conclude quel che si potrebbe definire il festival di Sant’Eustachio. Mentre all’indomani, domenica, molti di fedeli al Santo Patrono si sono ritrovati insieme alla celebrazione della Santa Messa presso il santuario di Sant’Antonio da Padova, a Hawthorn, che include anche una processione della statua tutt’intorno alla chiesa. A onor di cronaca oltre a Guido Mascitti, fanno parte del Gruppo di Lavoro anche Ercolino Tarquinio, Paola Marino, Antonietta Smarrelli, e anche se assente a questa serata, Angioletta Santilli. 

Come si ricorderà, i festeggiamenti annuali iniziarono timidamente nel 1956 (e per i primi due anni con una Santa Messa presso la chiesa di Sant’Ignazio di Richmond, per poi spostarsi presso il Santuario di Sant’Antonio, a Hawthorn, ndr) e quindi con una festa sociale presso i locali dell’allora Francesco Paolo Michetti Club, a Scotchmer Street, a North Fitzroy, (attuale sede sociale del Sortino Social Club, ndr), ma in risposta al numero delle famiglie desiderose di partecipare, tali festeggiamenti, nel corso degli anni, ebbero luogo in diversi locali sociali più ampi e comodi. Negli anni precedenti al Covid-19 alla serata partecipavano, com’è avvenuto anche quest’anno, oltre 500 commensali, che si ritrovavano insieme per divertirsi nel grande “Salone l’Aquila” del Casa d’Abruzzo Club, di Epping. Così, sembra che per i toccolani di Melbourne tutto sia ritornato come prima, finalmente liberi e grati di poter festeggiare il loro Santo Patrono con una Santa Messa  e una grande serata di giubilo e allegria.