Il pranzo annuale della Domenica delle Palme, organizzato dal Fogolar Furlan di Canberra da oltre 40 anni, che era rimasto vittima del Covid, quest’anno è tornato in auge, anche se in chiave diversa e minore.

Nel corso dei quattro decenni, la festa si è tenuta in vari parchi della capitale, con altari improvvisati sotto l’ombra di eucalipti, centinaia di persone presenti, la caccia all’uovo e anche pagliacci per intrattenere i numerosi bambini. L’imprevedibilità del tempo ha poi indotto gli organizzatori ad abbandonare la tradizione del picnic in un parco, e l’invecchiamento della comunità italiana ha inciso sul numero di persone in grado di partecipare.

Due cose non sono mai cambiate: la celebrazione della santa messa in italiano (con la benedizione dei rametti di ulivo) ed il pranzo sociale a base di specialità friulane.

Domenica 24 marzo la festa è iniziata con la santa messa celebrata da Father Roberts, un sacerdote ‘in pensione’, davanti alla cappella della ‘Madonna dell’Emigrante’ eretta al lato dei locali dell’Italian Community Festival di Queanbeyan.  Ha fatto seguito un appetitoso pranzo servito a una novantina di commensali, tra cui sei venuti da Sydney, e molti provenienti da altre regioni d’Italia, comodamente seduti in sala: salsicce friulane e bistecca, cotechino con la ‘brovada’, contorni vari, polenta abbrustolita e frico (formaggio fritto), e la colomba pasquale a fine pasto.

In vendita c’erano confezioni di crostoli, anche quest’anno fatti da Kaye Solari, e caldarroste. L’estrazione dell’immancabile lotteria ha concluso la festa.

Ed anche quest’anno il Fogolar aveva invitato il coro Dante Musica Viva, diretto dal maestro Saverio Palma, a portare una nota di nostalgia ma anche di allegria a questo bell’evento del sodalizio. Il repertorio del coro ha incluso grandi arie – Va pensiero e Libiam – canzoni popolari come L’uva fogarina e O’ sole mio, e una canzone tanto cara ai friulani – O ce biel cisjel a Udin.

Il benvenuto ai presenti, dopo la messa, era stato dato dal presidente del sodalizio Stephen Solari. Dopo una riflessione per amici e parenti deceduti di recente, Solari aveva ricordato che l’ultimo incontro era stato nel 2021. ‘Questa è quindi una bella occasione per ritrovarsi, stare un po’ assieme e celebrare la nostra friulanità o italianità’ ha affermato, prima di ringraziare il comitato organizzativo per la sua preziosa collaborazione.

Il successo di un evento comunitario come questo richiede forte impegno da parte di molte persone che generosamente danno del loro tempo per permettere ad altri di passare alcune ore in compagnia di amici e parenti, e mantener vive le tradizioni italiane. In questo contesto, spiccano le tre sorelle Danielis (Rosa, Maria e Bruna) con i rispettivi mariti (Tom che è friulano, David che è irlandese e un altro David che è calabrese) e i loro figli. Tra i figli va menzionato Nathan Pauletto, architetto di professione che molti anni fa – grazie ad un progetto dell’Ente Friuli nel Mondo – aveva frequentato un breve corso della Scuola Mosaicisti del Friuli a Spilimbergo. Da allora, ogni anno Nathan lavora sodo per il successo della festa del Fogolar. 

Va anche ricordata la famiglia Solari – Stephen con la moglie Kaye, la sorella Michelle e il cugino John che quest’anno era uno dei cuochi. Di Solari, ce n’erano ben 15 all’evento, incluso i genitori di Stephen - Eligio e Franca - e zii venuti da Sydney.

Come vede il futuro, chiedo al presidente a fine festa. Solari risponde che con la scomparsa e l’invecchiamento dei friulani che avevano fondato il sodalizio ed iniziato questo picnic della Domenica delle Palme, il futuro sembra incerto. “Ma sono rimasto piacevolmente sorpreso ed ispirato dai molti commenti positivi ricevuti da persone che nemmeno conoscevo, ha dichiarato. Con un maggior sforzo di marketing, si potrebbe avere un maggior numero di presenze”.

Una nota di positività che ripaga il duro lavoro fatto dal piccolo esercito di volontari anche quest’anno, e di ottimismo per il futuro.