ANKARA - L’organizzazione terroristica separatista curda Pkk inizierà ad abbandonare le armi tra il 10 e il 12 luglio nella città di Suleymaniye, situata nella regione autonoma del Kurdistan iracheno. “Un gruppo di guerriglieri scenderà dalle montagne e consegnerà le armi. Il segno del rispetto di un accordo da cui ci si attende pace e democrazia”, si legge in un comunicato della stessa organizzazione. 

Un dirigente del Pkk, in condizioni di anonimato, ha reso noto ad alcuni media che il 10 luglio un primo gruppo di 40 guerriglieri abbandonerà le armi. Appena due giorni fa il portavoce del governo turco, Omer Celik, aveva dichiarato che la consegna delle armi da parte dei separatisti curdi avrebbe avuto luogo “in breve tempo”. 

Lo scorso 12 maggio il Pkk aveva emesso un comunicato con cui annunciava lo scioglimento dell’organizzazione e il prossimo abbandono della lotta armata. Un comunicato in linea con la richiesta giunta dal leader dell’organizzazione Abdullah Ocalan, dal carcere di Imrali, dove dal 1999 è rinchiuso. 

L’annuncio del Pkk ha segnato il buon esito di un processo di pace durato otto mesi e di un conflitto lungo 40 anni tra Ankara e i separatisti curdi.

Lo scorso ottobre il governo turco ha dato il via libera alla formazione di una delegazione con l’obiettivo di negoziare con Ocalan la fine del conflitto. Delegazione formata da membri del partito filo curdo Dem (ex Hdp) che, con il benestare del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, si è recata più volte presso la prigione di Imrali per incontrare Ocalan. 

A fine febbraio il momento decisivo: il faccia a faccia da cui scaturisce l’appello del leader curdo, che chiede la convocazione del congresso e lo scioglimento del Pkk, “che ha esaurito la sua funzione storica”.

Il 5 maggio il Pkk ha convocato il congresso e, una settimana dopo, ha annunciato lo scioglimento dell’organizzazione. Ora è il momento dell’abbandono delle armi, ma va sottolineato che dall’annuncio dello scioglimento del Pkk dello scorso maggio non ci sono state operazioni militari turche nel nord Iraq.