MADRID – In un clima politico e giudiziario bollente in Spagna, il premier Pedro Sánchez ha denunciato il giudice istruttore dell’inchiesta in cui è coinvolta la moglie, dopo aver dichiarato come teste davanti allo stesso magistrato. Interrogato al Palazzo della Moncloa, si è avvalso della facoltà di non rispondere. 

L’audizione, per la prima volta nella storia democratica spagnola nella residenza del Primo ministro e sede del governo, è “durata in tutto due minuti”, come ha spiegato l’ex ministro Antonio Camacho, difensore di Begoña Gómez, sospettata di traffico di influenza e corruzione in affari.

Il legale è stato ammesso all’interrogatorio assieme a quelli degli altri due indagati, della responsabile giuridica di Vox, in rappresentanza delle accuse mosse da cinque organizzazioni di estrema destra, e del rappresentante della Procura, che aveva presentato due ricorsi contro la citazione di Sánchez.

Il capo dell’esecutivo si è avvalso del diritto di non dichiarare, previsto dal Codice di Procedura penale per i coniugi o i familiari diretti, a tutela del diritto di difesa dei congiunti. Salvo poi rispondere con un affondo con gli stessi mezzi: una denuncia per abuso d’ufficio nei confronti del giudice istruttore, Juan Carlos Peinado, “in difesa dell’istituzione della Presidenza del governo, che rappresenta”.

Nell’esposto di 35 pagine, di cui ha preso visione l’agenzia di stampa italiana Ansa, si attribuisce al magistrato una “presunta responsabilità delittuosa” per aver dettato “un provvedimento ingiusto in maniera consapevole”.