TEGUCIGALPA - Hernández (nella foto) ha sostenuto in un lungo intervento su Twitter che è uno “stato provato” che Los Cachiros - un’organizzazione criminale honduregna dedita al traffico di droga fondata all’inizio del 1990 - “abbia cercato un accordo con gli Stati Uniti a causa dell’impossibilità dei criminali di trattare con me”. “Le false testimonianze dei narcos sono bugie evidenti”, ha aggiunto il Presidente.

Le accuse contro di lui sono state avanzate davanti alla Corte federale di New York, durante il processo a Geovanny Fuentes, un presunto trafficante di droga honduregno che, secondo i pubblici ministeri, sarebbe stato complice del Presidente. Il procuratore distrettuale di Manhattan Jacob Gutwillig ha detto alla giuria che il leader honduregno e Fuentes “progettavano di inviare quanta più cocaina possibile negli Stati Uniti”.   

Hernández, che ha assunto la presidenza nel 2014 ed è al suo secondo mandato, si è presentato agli elettori come un paladino nella lotta al traffico di droga. Secondo Gutwillig, invece, nel 2013 e 2014 Fuentes avrebbe pagato tangenti di “25.000 dollari di denaro della droga” all’attuale presidente, in cambio di protezione.   

Su Twitter, Hernández non ha affrontato direttamente il caso Fuentes ma ha alluso alla banda Cachiros, che ha testimoniato in Tribunale contro suo fratello, Juan Antonio “Tony” Hernández, detenuto negli Stati Uniti, dopo essere stato riconosciuto colpevole di traffico di droga “su larga scala” nel 2019.

“I trafficanti di droga avevano assicurato che per $25.000 avrebbero acquistato una totale impunità. Ma 10 giorni dopo la mia elezione nel 2014, i Cachiros hanno deciso di abbandonare il loro impero miliardario e negoziare la loro resa agli Stati Uniti”, ha scritto il Presidente.