NEW YORK - Nel suo discorso di 56 minuti – ben oltre i 15 concessi ai leader mondiali – il presidente USA ha messo nel mirino non solo la questione mediorientale, ma anche le politiche globali su clima e immigrazione, criticandole come un pericolo per la civiltà occidentale.
Senza nominare esplicitamente l’Australia, Trump ha fatto riferimento al gruppo di Paesi – tra cui Canberra, Londra e Ottawa – che domenica hanno annunciato il riconoscimento della Palestina come mossa per rilanciare il processo di pace. “Alcuni in questa assemblea vogliono dare un premio ai terroristi di Hamas, dopo le atrocità del 7 ottobre. È un errore storico,” ha dichiarato, invitando i governi a unirsi in un unico messaggio: liberazione immediata degli ostaggi.
Le sue parole sono state pronunciate in un momento delicato per l’Australia. Il governo Albanese, che ha difeso la scelta come parte di una strategia per spingere verso la soluzione dei due Stati, deve ora fare i conti con l’irritazione di Washington, che resta il principale alleato di sicurezza di Canberra. Nessun incontro bilaterale tra Albanese e Trump è previsto in questa settimana ONU; i due leader si vedranno soltanto il 20 ottobre a Washington, in un appuntamento che assume ora un peso diplomatico ancora maggiore.
Gran parte dell’intervento di Trump è stata dedicata a temi interni, ma con chiari riferimenti globali. Il presidente ha definito il cambiamento climatico “la più grande truffa mai perpetrata al mondo” e ha invitato i Paesi europei a “liberarsi di questo inganno verde” prima che le loro economie collassino. Ha attaccato quella che ha definito la “religione del climatismo”, colpevole a suo dire di distruggere l’industria e la competitività dell’Occidente. “L’impronta di carbonio è una frode inventata da persone con cattive intenzioni”, ha detto, invitando a tornare a un uso massiccio dei combustibili fossili.
Sul fronte migratorio, Trump ha rilanciato la sua linea dura contro l’“immigrazionismo” e le politiche di frontiera aperta, rivolgendosi direttamente ai leader europei: “I vostri Paesi stanno andando all’inferno. Dovete porre fine a questo esperimento fallito”. Il presidente ha citato dati che mostrerebbero una sovra-rappresentazione degli immigrati nelle carceri europee e ha avvertito che il “doppio mostro” formato da immigrazione di massa e transizione energetica rischia di cancellare l’eredità culturale del continente.
Trump ha anche sfruttato l’occasione per criticare l’ONU, accusandola di limitarsi a “scrivere lettere piene di buone intenzioni senza mai agire”. Ha ricordato che durante il suo mandato ha tagliato i fondi statunitensi a diverse agenzie ONU, ritirato gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Accordo di Parigi sul clima, rivendicando di aver messo “l’America al primo posto”.
Per l’Australia, il discorso di Trump è un promemoria della distanza crescente tra la sua visione e quella di Canberra, che punta su cooperazione multilaterale e transizione verde per affrontare le sfide globali. La visita di Albanese a Washington il mese prossimo sarà l’occasione per misurare quanto spazio resti per un’agenda condivisa in un contesto geopolitico sempre più polarizzato.