ROMA - In una piazza San Pietro gremita di fedeli, si parla di quasi 100mila persone, Papa Leone XIV ha celebrato ieri il primo Regina Coeli del suo pontificato. Durante la mattinata, Leone XIV si è recato nelle Grotte Vaticane per celebrare la messa all’altare in prossimità della tomba di Pietro. Al termine della messa, il Papa si è fermato in preghiera sulle tombe dei suoi predecessori e davanti alla nicchia dei Pallii. 

Durante il suo primo intervento domenicale, sono state tre le citazioni di altri Papi a cui ha fatto riferimento Leone XIV: due da San Giovanni Paolo II, le cui parole “non abbiate paura”  il Pontefice ha usato per rivolgersi ai giovani e la seconda, ripresa poi dai giornali di tutto il mondo, “mai più la guerra”.

Una frase pronunciata anche da Paolo VI il 4 ottobre 1965, in occasione del ventennale della fondazione delle Nazioni Unite e in coincidenza con il giorno di San Francesco d’Assisi. Infine, Prevost ha ripreso anche il pensiero di Papa Francesco, quando ha fatto riferimento alla “Terza guerra mondiale a pezzi”, esplicitando contemporaneamente la sua vicinanza al popolo ucraino, per il quale ha invocato “una pace giusta”, e a quello palestinese della Striscia di Gaza per cui ha chiesto si arrivi al cessate il fuoco.

L’appello alla pace lanciato dalla Loggia delle Benedizioni è quello che più di ogni altra cosa ha colpito, con il New York Times che ha sottolineato come Robert Prevost abbia “ripreso temi che il suo predecessore Francesco affrontava regolarmente”.

Il giornale francese Le Monde ha, viceversa, messo in luce le potenziali differenze fra il Pontefice e il suo predecessore Francesco sull’Ucraina. Il nuovo Papa - ha scritto il giornale francese - ha auspicato una “pace autentica, giusta e duratura” tra Kiev e Mosca, mentre Francesco era più propenso a chiedere “una pace immediata”.  

Al termine della recita del Regina Caeli il Santo Padre, alla presenza del Camerlengo di Santa Romana Chiesa, il cardinale Kevin Joseph Farrell, del segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, del sostituto per gli Affari Generali, monsignor Edgar Peña Parra, del segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, monsignor Paul Richard Gallagher, e del reggente della Casa Pontificia monsignor Leonardo Sapienza - ha riaperto l’appartamento papale del Palazzo Apostolico, rimuovendo i sigilli apposti nel pomeriggio del 21 aprile 2025, dopo la morte di Papa Francesco.