Auguri Vecchioni. Ha appena compiuto 80 anni l’autore di “Samarcanda” che, passando per “Voglio una donna” e “Chiamami ancora amore”, ha attraversato ogni generazione dalla fine degli anni ‘70 a oggi. Partito dalla Brianza e arrivato a conquistare i palchi italiani più importanti, dal premio Tenco a Festivalbar e Sanremo, in questi anni Roberto Vecchioni non ha mancato di fare sentire la sua voce anche in ambiti non prettamente canori. Dalla letteratura, tra romanzi come “Le parole non le portano le cicogne” e le poesie della raccolta “Volevo. Ed erano voli”, alle università, dove ha tenuto diversi corsi di letteratura, musica e comunicazione dividendosi tra Torino, Pavia, Teramo e La Sapienza di Roma.Il posto d’onore, però, spetta alle aule scolastiche dei licei, dove non ha mai smesso di insegnare nonostante il successo, tanto che per tutti è il professore della canzone italiana.

Poeta e cantautore, Vecchioni è autore di alcune tra le canzoni più amate di sempre. In “Luci a San Siro” ha raccontato la spensieratezza della gioventù, in “Signor giudice (Un signore così così)” una giustizia poco giusta. Con “Ti insegnerò a volare”, insieme all’amico Francesco Guccini, parla alle nuove generazioni e le invita a osare. Con “Samarcanda” ci ha ricordato che niente è mai scontato. Chi non ha mai canticchiato almeno una volta “Oh, oh cavallo”? Nato a Carate Brianza, una laurea in lettere, interista, due mogli, quattro figli, a uno dei quali, affetto da sclerosi multipla, ha dedicato “Le rose blu”, Vecchioni è amato dal pubblico non solo per la sua poesia, ma anche per il suo sorriso.Lo stesso con cui è tornato a Sanremo nel 2011 convinto dall’amico Gianni Morandi, quell’anno alla conduzione, e ha sbaragliato tutti aggiudicandosi anche il premio della critica Mia Martini. Forse quello che più lo rappresenta, insieme a quello intitolato a Tenco vinto nell’83.