CANBERRA - “Apprezzo il programma perché abbiamo l’opportunità di studiare italiano in maniera divertente, ci permette di stringere nuove amicizie, di imparare nuovi concetti e persino di fare un viaggio in Italia con la scuola. Non solo apprendiamo una nuova lingua ma miglioriamo la nostra capacità di risolvere problemi, la nostra memoria e le competenze comunicative”, conclude Sidny. 

L’italiano è una delle due lingue offerte, assieme al giapponese, ai 1200 studenti della scuola secondaria cattolica della Capitale. Le lezioni vengono presentate in maniera dinamica e stimolante con occasioni di approfondire la cultura e di viaggiare grazie ai programmi di scambio con scuole estere. Le lingue sono obbligatorie per il primo biennio (al momento ci sono ben 12 classi di italiano tra Anno 7 e 8) ma diventano facoltative negli anni successivi con un notevole calo degli iscritti. 

Unica eccezione il 2019, anno che ha visto numeri record con ben due classi all’Anno 9. “Un successo”, ammette la docente Tina Rodriguez che, assieme alla collega Silvana Olsen, insegna italiano. Tina lavora al St Francis Xavier College dal 2008, qualche anno dopo la laurea in lingue e storia europee e il diploma di abilitazione all’insegnamento conseguiti quando i suoi figli erano ormai grandi. 
“Non potrei insegnare altro che l’italiano, è una mia grande passione e sono orgogliosa delle mie origini – spiega Rodriguez, figlia di due emigrati calabresi –. È una gioia vedere i ragazzi continuare a studiare la lingua”. Un fattore determinante, ma non per tutti, è lo scambio culturale con il liceo linguistico Bagatta di Desenzano, fortemente voluto da Tina, che si è recata personalmente a incontrare il preside dell’istituto superiore lombardo grazie a una borsa di studio. Dal 2013 il forte legame tra i due istituti si è consolidato grazie a due visite di scolaresche italiane a Canberra e quattro soggiorni di studenti australiani nella Penisola. L’approfondimento della lingua italiana all’Anno 9 è un requisito fondamentale per partecipare al viaggio.

Uno “sforzo” non da poco, come lo descrive Indyanna Marshall dell’Anno 10, ma che vale la pena fare per vivere al meglio l’esperienza italiana e i quattro giorni sulle rive del Lago di Garda con i propri coetanei. “Sono state tre settimane tra le più belle della mia vita. Ho potuto sperimentare una nuova cultura e imparare la storia dell’Italia visitando luoghi famosi come la Torre di Pisa e Pompei. Dato che conosco la lingua, ho potuto passare del tempo con la mia famiglia ospitante e vivere come loro, incontrare persone nuove e mettere alla prova le mie competenze”. 

A causa della situazione attuale, quest’anno non è stato possibile per gli studenti australiani ospitare i compagni italiani e, a malincuore, è stato cancellato anche il viaggio in Italia per il 2021, impossibile da pianificare in questo momento.  

Fortunatamente, l’anno scolastico è comunque puntellato di lezioni speciali ed escursioni che rendono lo studio coinvolgente e affiancano l’apprendimento linguistico all’introduzione di elementi culturali. 

Sia per il giapponese che per l’italiano, le unità di lavoro tendono infatti a concludersi con attività più interattive. Dall’immancabile lezione di cucina per gli studenti dell’Anno 8 alla sfilata per i ragazzi dell’Anno 9 che affrontano il tema della moda italiana e il concetto di “bella figura” vestendosi di tutto punto e descrivendo gli outfit dei compagni. 

Per gli studenti degli ultimi anni, invece, si cominciano ad approfondire argomenti più impegnativi come l’ambiente, con la visita e l’osservazione di parchi naturali dei dintorni. La settimana scorsa, un gruppo di ragazzi ha avuto modo di intervistare alcuni rappresentanti dell’Ambasciata italiana di Canberra per esplorare il tema dell’identità nell’Italia contemporanea. 

“L’unità di lavoro di questo trimestre si intitola ‘Società e comunità’ ed è incentrata sulle Regioni e il regionalismo. Abbiamo studiato la storia italiana e quindi il perché le Regioni erano separate, e poi abbiamo parlato dell’Unità d’Italia. I ragazzi, attraverso una serie di domande che preparano, devono capire quanto  comune e forte è ancora l’identità regionale. Il punto è arrivare a comprendere se in Italia le persone dicono ancora ‘sono calabrese’ prima di dire ‘sono italiana’. Se non hanno un background italiano, all’inizio gli studenti non capiscono appieno questo attaccamento regionale”, spiega Tina.  

Nelle prossime settimane i ragazzi saranno anche impegnati in una gara linguistica nazionale che metterà alla prova la loro conoscenza e i migliori verranno premiati nel corso di un evento scolastico a fine anno. 

Per chi già guarda all’università, un’ottima notizia (e un’ulteriore spinta) viene dall’Australian National University che conferisce un bonus di 5 punti aggiuntivi sull’ATAR agli studenti che scelgono di portare l’italiano alla maturità. Insomma, davvero non ci sono scuse per non imparare l’italiano all’SFX!