WASHINGTON – La visita istituzionale del ministro degli Esteri australiano Penny Wong a Washington ha messo in evidenza la crescente rilevanza strategica del partenariato Quad — l’alleanza tra Australia, Stati Uniti, India e Giappone — e, al contempo, le tensioni persistenti tra Canberra e la nuova amministrazione statunitense guidata da Donald Trump.

Al centro della missione, il secondo vertice in sei mesi dei ministri degli Esteri del Quad, svoltosi nella capitale americana: un segnale, secondo Wong, della volontà condivisa di “garantire un Indo-Pacifico prospero, stabile e pacifico”.

Il summit ha prodotto risultati tangibili. I quattro titolari del dicastero degli Esteri hanno concordato l’istituzione della Quad Critical Minerals Initiative, un progetto che punta a diversificare e mettere in sicurezza le catene di approvvigionamento dei minerali strategici, settore nel quale l’Australia può vantare una posizione di rilievo, detenendo 36 dei 50 minerali considerati critici a livello globale.

Altro punto forte dell’intesa è stata la sicurezza marittima, con l’avvio della prima missione congiunta Quad at Sea Ship Observer già in corso, e la pianificazione di una esercitazione logistica sul campo prevista per la fine dell’anno. “È una forma di cooperazione concreta”, ha detto Wong, richiamando le origini del Quad come meccanismo di risposta umanitaria e di emergenza.

Nel contesto geopolitico attuale, in cui le tensioni con la Cina restano sullo sfondo, i quattro paesi hanno ribadito l’intento di mantenere la regione “libera e aperta”. Per Wong, la sfida è navigare “le circostanze strategiche più complesse dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi”.

Ma la visita di Wong ha avuto anche un’importante valenza bilaterale. L’incontro con il Segretario di Stato Marco Rubio è stato incentrato sul futuro dell’alleanza AUKUS, il patto trilaterale tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti per lo sviluppo di sottomarini a propulsione nucleare.

Wong ha definito il colloquio positivo, sottolineando che la revisione in corso dell’AUKUS da parte della Casa Bianca, parte dell’agenda “America First” di Trump, “non mi sorprende - ha detto la ministra -. Anche il Regno Unito l’ha fatta”. 

In conferenza stampa Penny Wong ha confermato che non è stato affrontato, né in sede di QUAD né nel bilaterale con Marco Rubio, il tema della spesa per la difesa del governo australiano, nonostante le recenti pressioni americane perché Canberra porti la spesa per la difesa al 3,5% del PIL.

Sul piano economico, restano immutate le questioni legate ai dazi imposti dall’amministrazione Trump. Wong ha ribadito la posizione del governo australiano, che chiede l’eliminazione delle tariffe generalizzate del 10% su tutte le esportazioni australiane e il 50% su acciaio e alluminio.

“Abbiamo un accordo di libero scambio che continuiamo a rispettare -  ha affermato Wong -. Gli Stati Uniti devono onorare l’intesa”.

La mancata rimozione dei dazi si accompagna a una situazione anomala: da quando Trump è tornato alla presidenza, il primo ministro Anthony Albanese non è ancora riuscito a incontrarlo.

Un faccia a faccia era previsto a margine del G7, ma è stato cancellato per l’improvvisa partenza di Trump a seguito della crisi in Medio Oriente. “Sono stata molto grata che il Segretario abbia nuovamente espresso il suo rammarico per il rinvio dell’incontro - ha sottolineato la ministra degli Esteri -. Abbiamo concordato di riprogrammare l’incontro, e siamo entrambi impazienti di vedere realizzato il vertice tra i nostri leader”.

Nonostante le difficoltà, Wong ha insistito sulla solidità della relazione bilaterale con gli Stati Uniti, definendola “la più importante alleanza strategica per l’Australia”, sottolineando come essa sia sopravvissuta, con benefici reciproci, a governi di diverso orientamento per oltre settant’anni, ribadendo l’impegno a “cooperare dove possibile, dissentire dove necessario e continuare a impegnarsi nel nostro interesse nazionale”.