BRISBANE - Il governo Crisafulli ha annunciato che manterrà la sospensione sulla prescrizione di bloccanti della pubertà e ormoni cross-sex per i nuovi pazienti adolescenti transgender nel sistema sanitario pubblico.
La decisione viene presa dopo l’esame di una revisione indipendente sulle evidenze scientifiche alla base di questi trattamenti, presentata all’esecutivo statale nelle ultime settimane.
Il ministro statale della Sanità Tim Nicholls ha spiegato che la pausa resterà in vigore almeno fino al completamento di una sperimentazione avviata dal NHS nel Regno Unito, il cui termine è previsto non prima del 2031. Al centro della valutazione c’è un rapporto di 530 pagine redatto dalla professoressa Ruth Vine, ex capo psichiatra dello Stato del Victoria, incaricata di analizzare la letteratura scientifica disponibile.
Secondo Nicholls, la revisione ha concluso che le prove a sostegno dell’uso di bloccanti della pubertà e terapie ormonali negli adolescenti con disforia di genere sono “estremamente limitate”. Il rapporto evidenzia inoltre potenziali effetti negativi sulla salute ossea e possibili conseguenze sulla fertilità dei pazienti. Allo stesso tempo, la revisione riconosce l’esistenza di evidenze preliminari, definite però di “bassa qualità”, secondo cui tali trattamenti potrebbero alleviare alcuni sintomi della disforia di genere.
“Alcune persone non saranno d’accordo con la decisione del governo e lo comprendiamo”, ha dichiarato oggi Nicholls in conferenza stampa. “Si tratta di un ambito fortemente controverso”. Il ministro ha ribadito che la scelta non rappresenta una presa di posizione ideologica, ma una valutazione di carattere clinico e prudenziale.
La sospensione era stata introdotta a gennaio, quando Nicholls aveva annunciato uno stop immediato alla presa in carico di nuovi pazienti adolescenti per questi trattamenti nel sistema pubblico, in attesa dell’esito della revisione indipendente. Da allora, la misura è rimasta temporanea, ma ora viene di fatto prorogata a tempo indeterminato.
Il ministro ha chiarito che gli ospedali pubblici del Queensland continueranno comunque a offrire servizi di assistenza ai minori che si presentano con disforia di genere, inclusi interventi psicosociali e altre forme di aiuto che non prevedono la prescrizione di farmaci ormonali. “Il sostegno non viene meno - ha detto -, ma è distinto dall’uso di trattamenti per i quali non esistono ancora evidenze a lungo termine”.
Nicholls ha anche sottolineato che la linea adottata dal Queensland è coerente con un irrigidimento delle regole osservato in diversi Paesi europei, tra cui Francia, Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia, che hanno ristretto l’uso e la disponibilità di queste terapie.