CANBERRA - Dopo mesi di colloqui e consultazioni del gruppo di lavoro sul referendum, Albanese ha rivelato il contenuto del quesito, agli elettori verrà chiesto: “Una proposta di legge: modificare la Costituzione per riconoscere i primi popoli dell’Australia stabilendo una voce aborigena e degli isolani dello Stretto di Torres. Approvi questa proposta di modifica?”.
Una domanda che ricalca la bozza che il primo ministro aveva presentato lo scorso luglio al Garma Festival in Arnhem Land.
La modifica, dovesse passare il ‘Sì’ al referendum, comporterà l’inserimento, nella Costituzione, di tre nuove frasi: “Ci sarà un organo, che sarà chiamato la Voce degli aborigeni e degli isolani dello Stretto di Torres”; “La Voce può presentare istanze al Parlamento e al governo federale su questioni relative agli aborigeni e agli isolani dello Stretto di Torres”; “Il Parlamento, soggetto a questa Costituzione, ha il potere di promulgare leggi in relazione alle questioni relative alla Voce aborigena e degli isolani dello Stretto di Torres, compresa la sua composizione, funzioni, poteri e procedure”.
Le parole introduttive della Costituzione proposte in sede di refendum saranno: “In riconoscimento dei popoli aborigeni e degli isolani dello Stretto di Torres come primi popoli dell’Australia”.
“Si tratta di una domanda semplice, una questione che viene dal cuore”, ha detto il primo ministro.
I dettagli rivelati oggi hanno fatto seguito a un accordo raggiunto ieri sera tra Laburisti e Coalizione per approvare un disegno di legge per stabilire le regole sull’informazione e lo svolgimento del referendum.
E se i Nazionali hanno dichiarato di opporsi alla Voce, il partito liberale deve ancora decidere quale posizione prendere o se lasciare ai propri membri libertà di coscienza.
Albanese ha continuato a ribadire il concetto che tale riforma debba andare oltre le logiche di schieramento e di partito. Come parte dell’accordo raggiunto tra governo e opposizione sulle modalità di gestione del referendum, la conferma che entrambe le campagne non avranno alcun finanziamento pubblico. I contribuenti pagheranno infatti esclusivamente una campagna educativa, neutrale, per informare gli elettori sulla Voce e sul referendum, ma le eventuali donazioni private fatte a entrambe le campagne saranno deducibili dalle tasse.
Il referendum si dovrebbe svolgere tra ottobre e dicembre.