LONDRA - Se si avevano dubbi su quale tipo di fascino avesse ancora la monarchia sul popolo britannico, il funerale di Elisabetta II (e i giorni di lutto che l’hanno preceduto) l’hanno fugato.
Il Paese guarda alla monarchia con immutato affetto, anzi con orgoglio, come a un elemento unificatore, un’ancora immutata in un mondo che ha tante insidie e in cui il Regno Unito è incalzato da diverse crisi (l’inflazione comincia ad avere un impatto sulla maggior parte delle famiglie e non solo sulle famiglie più povere, le spinte separatiste scozzesi premono su Londra e le tensioni in Irlanda del Nord sono state rinfocolate dagli accordi post-Brexit).
Il Paese ha dato l’ultimo addio alla ‘madre di tutti’, la regina rimasta sul trono per 70 anni, con una cerimonia che ha messo in mostra l’attenta coreografia e la solennità costruita in decenni di preparazione. Presenti decine di capi di Stato, arrivati dai quattro angoli del pianeta, dinanzi alle teste coronate di tutta Europa e oltre, è stato un funerale che rimarrà nella storia, il ‘funerale del secolo’ a una regina che aveva dedicato tutto la sua vita al servizio.
Di buon mattino avevano cominciato ad affollare l’abbazia di Westminster i capi di Stato e di governo arrivati da tutte le parti del mondo. Tutti in pullman, tranne Joe Biden, a cui era stato concesso di arrivare con la sua limousine blindata – The Beast – ma che è arrivato in lieve ritardo (bloccato brevemente nel traffico) e che poi si è dovuto accontentare di un posto nelle fila posteriori.
E poi i reali di mezzo mondo, dal Giappone alla vecchia Europa, il governo presente, capitanato da Liz Truss, gli ex premier inglesi, l’aristocrazia britannica, con una buona dose di cappellini e tight, dame di corte. Infine sono arrivati i membri della Famiglia reale.
Prima in tre autobus, i parenti più lontani.
Poi le Rolls-Royce con la regina consorte, Camilla; Kate, la moglie del principe William; e, a sorpresa, anche i principi George e Charlotte, di nove e sette anni, con dietro, Meghan, la moglie del principe Harry. Ultimo nel corteo il nuovo re, Carlo III, l’espressione assorta, a tratti commossa, accompagnato dai figli William e Harry.
Dopo giorni di fila, nel silenzio reverente e commosso della folla, al suono delle cornamuse, la bara (in quercia inglese, piombata e pesantissima, trasportata da otto militari e non dai sei tradizionali portatori) è arrivata sulla State Gun Carriage, un carro per il trasporto dei cannoni che praticamente non ha mai prestato servizio nell’Esercito britannico, ma trasportò le bare della regina Vittoria, poi di re Edoardo VII, Giorgio V, Giorgio VI, Winston Churchill e Lord Mountbatten. Tutto ha funzionato come un orologio, in perfetto orario, come da copione limato in anni e anni di previsioni e aggiornamenti.
Elisabetta II “ha dedicato la sua vita a servire la nazione e il Commonwealth”, come aveva promesso nella trasmissione radiofonica fatta per il suo 21esimo compleanno, come ha detto l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, nel suo sermone durante la liturgia solenne. Welby ha anche ricordato il “We’ll Meet Again” (Ci incontreremo di nuovo) che la sovrana indirizzò in un messaggio ai sudditi nel pieno del lockdown per la pandemia di Covid, ribadendolo ora in nome della fede nell’aldilà.
Prima del suo sermone, la premier britannica Liz Truss aveva letto un brano dal Vangelo secondo Giovanni sulla promessa fatta da Gesù Cristo ai suoi discepoli di un posto nei cieli.
Commozione profonda al funerale anche tra i banchi della Royal Family: durante la lettura di un brano della scrittura affidata alla baronessa Patricia Scotland, alta diplomatica britannica e segretaria generale del Commonwealth, si è visto il principe Edoardo, quartogenito della sovrana, asciugarsi vistosamente qualche lacrima dagli occhi con un fazzoletto bianco.
Edoardo sedeva nella primissima fila, al lato del catafalco su cui era appoggiata la bara di sua madre, accanto a re Carlo con la consorte Camilla; alla principessa Anna, secondogenita reale con il consorte Tim Laurence; e alla propria consorte Sophie. La benedizione dell’assemblea da parte del reverendo David Hoyle ha chiuso il solenne rito religioso del funerale di Stato. è seguito uno squillo di trombe, quindi due minuti di silenzio in memoria della sovrana osservati nella chiesa, a Londra e in tutto il Regno, e il canto dell’inno nazionale britannico: nella versione riveduta e corretta di God Save the King, in onore del nuovo re Carlo III.
E anche la folla ha risposto alle attese. Centinaia di migliaia di persone si sono riversate per le strade di Londra, mostrando orgogliose foto della Regina e bandiere con la Union Jack. Tutti in piedi a Hyde Park quando i maxischermi hanno inquadrato il feretro, lacrime e applausi in un clima un po’ da picnic.
Poi 40 chilometri di folla ai lati della strada che da Londra ha portato la sovrana a Windsor, dove riposerà accanto al marito, ai genitori e alla sorella nella cappella di San Giorgio.