ROMA – Il bilaterale tra il presidente francese Emmanuel Macron e la premier italiana Giorgia Meloni si è svolto nella giornata di martedì a Roma nella consapevolezza di dover ricucire un rapporto sfilacciato.

Durante le tre ore di colloquio i due capi di governo hanno trovato un terreno comune sul sostegno “incrollabile” all’Ucraina e nella “forte convergenza” per imprimere un’accelerazione all’agenda europea per la competitività, dall’automotive all’energia, ma anche nell’impegno reciproco a “coordinare le proprie posizioni” sulle relazioni transatlantiche e sulla “sicurezza economica e commerciale dell’Unione Europea”, alla luce della modifica delle relazioni con gli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda le politiche relativi ai dazi che l’amministrazione americana vuole imporre nei confronti del Vecchio continente. 

Dopo il colloquio, una cena di lavoro allargata alle delegazioni, prima che il presidente francese lasciasse Palazzo Chigi per rientrare a Parigi.

Nessuna conferenza stampa per i due leader che hanno invece optato per un comunicato stampa congiunto, concordato da Roma e Parigi dopo il bilaterale, con il quale si è fatto sapere che “l’Italia e la Francia, fedeli al loro ruolo di nazioni fondatrici della costruzione europea, intendono rafforzare il loro impegno comune per un’Europa più sovrana, più forte e più prospera, soprattutto orientata alla pace e capace di difendere i propri interessi e di proteggere i propri cittadini”.

L’incontro a Palazzo Chigi fra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron “ha evidenziato forti convergenze sull’agenda europea per la competitività e la prosperità, da attuare in modo ambizioso e accelerato, sulla semplificazione normativa, sugli investimenti pubblici e privati, sull’energia e sulla piena applicazione del principio di neutralità tecnologica e, più in generale, sulle condizioni necessarie a far concorrere le imprese europee ad armi pari. Ciò vale anche per i settori in transizione, come l’industria automobilistica e siderurgica, che richiedono un forte impegno europeo, nonché per i settori più avanzati, come l’intelligenza artificiale, le fonti di energia de-carbonizzate rinnovabili come il nucleare, e lo spazio, dove i nostri interessi bilaterali ed europei sono collegati”.

Ma se questo è il terreno comune, a dividere Macron e Meloni c’è soprattutto l’atteggiamento da tenere con l’amministrazione americana, sui dazi come sul destino di Kiev, per cui i due nella nota congiunta auspicano “una soluzione equa e duratura”.

Nessun accenno, invece, alla ‘Coalizione dei volenterosi’, quel gruppo di Stati fieramente pro-Ucraina, disposti a fornirle garanzie di sicurezza nell’ambito di una forza di interposizione di pace, quindi con l’invio di truppe, quando e se venisse siglato il cessate il fuoco con la Russia.

Un argomento sul quale si è consumata la più recente frattura fra Roma e Parigi, per ricomporre la quale il presidente francese aveva promosso la sua visita in Italia, con l’obiettivo di verificare che si possa “procedere insieme sulle questioni essenziali”. 

Ma la distanza tra Meloni e Macron si misura anche sul Medio Oriente e il dramma di Gaza e su una condanna – nel secondo caso più esplicita e formale – dell’azione del governo israeliano contro la popolazione civile palestinese.

È di meno di una settimana fa la dichiarazione con cui il presidente francese ha affermato che “riconoscere uno Stato palestinese non è semplicemente un dovere morale, ma un’esigenza politica”, invitando poi gli europei a “rafforzare la loro posizione collettiva contro Israele se non ci sarà una risposta commisurata alla situazione umanitaria che verrà fornita nelle prossime ore e nei prossimi giorni nella striscia di Gaza”. 

Stando a quanto riportato da fonti vicine a Giorgia Meloni, la Premier avrebbe chiesto al leader francese, una nazione che ha definito “amica” oltre che alleata, di evitare di incorrere ancora in episodi, come l’oramai famigerata foto di Tirana.

La presidente del Consiglio ha sottolineato che serve “pari dignità” se si vuole andare d’accordo. Poi la ripartenza per Parigi, senza dichiarazioni alla stampa.