CANBERRA - Il piano prevede due misure principali: la riduzione dell’aliquota dell’imposta societaria al 20% per le imprese con ricavi inferiori a un miliardo di dollari, e l’introduzione di una “tassa sul flusso di cassa” del 5%, che permetterebbe la deduzione immediata del valore totale degli investimenti.
Secondo il rapporto, tali misure genererebbero 14 miliardi di dollari in benefici economici e stimolerebbero investimenti per 8 miliardi, migliorando la produttività nazionale dello 0,4% senza compromettere la stabilità fiscale.
Il vicepresidente della Commissione, Alex Robson, ha lanciato un monito: “Se non rilanciamo l’economia, i bambini di oggi rischiano di essere la prima generazione a vivere peggio dei loro genitori”.
Il sistema attuale prevede un’imposta del 25% per le aziende con ricavi sotto i 50 milioni di dollari e del 30% per quelle più grandi. Con la nuova proposta, solo le imprese oltre il miliardo continuerebbero a pagare il 30%.
La tassa sul flusso di cassa, sostenuta da economisti legati al Partito Laburista come Ross Garnaut e Craig Emerson, è considerata una riforma strutturale di lungo periodo. Tuttavia, esperti come Viva Hammer (ANU) avvertono che la transizione sarebbe complessa e rischia di creare forti squilibri tra vecchi e nuovi investimenti.
La proposta sarà al centro della tavola rotonda economica convocata dal ministro del Tesoro Jim Chalmers il 19 agosto, con la partecipazione del primo ministro Anthony Albanese, della governatrice della RBA Michele Bullock e di altri leader economici. Tra i temi in agenda anche l’intelligenza artificiale, la regolamentazione e le competenze necessarie per il futuro dell’economia australiana.