Esce il 29 novembre “Disobbedire”, il nuovo e atteso lavoro discografico di Fiorella Mannoia: nove tracce, tra brani inediti e non, che compongono un ritratto di una delle grandi interpreti della musica italiana. Un album che celebra i 70 anni dell’artista, che racchiude canzoni, alcune delle quali firmate da Fiorella in prima persona, che fondono amore e consapevolezza, speranza e denuncia: brani che guardano al nostro tempo e in cui la musica si fa portavoce di impegno culturale e sociale. Come “Mariposa”, già Premio Sergio Bardotti al Festival di Sanremo 2024 e Premio Elsa Morante, ispirata alla storia delle sorelle Mirabal, o “Disobbedire”, singolo pubblicato a fine settembre e che dà il titolo al disco, che invita all’autenticità in un mondo che spesso induce a conformarsi. L’album è impreziosito da alcuni featuring senza limiti tra generi ed età che ribadiscono l’universalità di alcuni messaggi: con Francesca Michielin e Federica Abbate in “La storia non si deve ripetere”, con Piero Pelù in “Dalla parte del torto” e con Michele Bravi in “Domani è primavera”.
Mannoia, nata a Roma, ha cantato con Ivano Fossati, con Pierangelo Bertoli, con Luca Barbarossa e Umberto Bindi; ha diviso il palcoscenico con Enrico Ruggeri, Lucio Dalla e Ron. Un carattere ribelle, senza dubbio, lo era fin da ragazzina, quando a Cinecittà faceva un mestiere rischioso: quello della stunt-girl, e avventuroso, che nel frattempo esordiva anche come cantante: a Castrocaro nel 1967, e al Disco per l’estate nel 1969.
Per alcuni anni dunque si guadagna da vivere facendo l’amazzone nel cinema, nella stagione degli spaghetti-western, e diventa poi la controfigura di Monica Vitti e di Candice Bergen. Ma si rituffa definitivamente nella musica qualche anno dopo, quando con “Caffè nero bollente” partecipa al Festival di Sanremo 1981. È il suo primo successo di vendita. Così nell’estate ci riprova con “E muoviti un po’”. Nel 1982 si interessa a lei Mario Lavezzi, che produce il suo primo album, intitolato Fiorella Mannoia. Qui la cantante romana compie la sua prima vera mutazione, mettendo in mostra una notevole varietà di sfumature espressive.
Adesso il suo stile passa dalla rabbia alla dolcezza, adattandosi a canzoni molto diverse, come “Il posto delle viole”, “Non si possono correre rischi” e “Torneranno gli angeli”. Al Festival di Sanremo 1984 propone “Come si cambia”, una bella canzone che gli conquista la simpatia del pubblico, e conferma poi il suo momento di popolarità con “Ogni volta che vedo il mare”. Il 1985 è l’anno della svolta: incide “Momento delicato”, “Quand’eri tu la musica”, “Canto e vivo” e “L’aiuola” entrando nel panorama degli interpreti più originali della nuova canzone italiana. Intanto, affronta la sua prima tournée, e incide un album “Premiatissima”, con le cover delle più belle canzoni di Francesco De Gregori, Claudio Baglioni, Bruno Lauzi, Dalla, Riccardo Cocciante e Fabrizio De André. Nel 1987 al Festival di Sanremo canta “Quello che le donne non dicono” (scritta da Ruggeri e Schiavone) che le procura il Premio della critica.
Nel 1988 l’incantesimo si ripete: l’interpretazione dell’elegantissima “Le notti di maggio” colpisce al cuore pubblico e critica. Comincia l’epoca dei grandi riconoscimenti, primo fra tanti il Premio Tenco, che le viene assegnato nel 1988 come migliore interprete, e nel 1990, per l’album “Di terra di vento”. Le canzoni del disco sono di grandi autori, ma Fiorella ne è un’interprete ideale, in grado di dosare con maestria i chiaroscuri, di modularne il fraseggio, e sottolineare le pause del racconto cantato. La sua tournée 1989-90, che la porta con successo anche in Germania, la impone come una delle migliori interpreti europee.
Negli anni ‘90, poi, il suo giro di amici cantautori si dilata ancora, aprendosi alla collaborazione delle nuovissime generazioni cantautorali (da Daniele Silvestri a Gianmaria Testa e al gruppo degli Avion Travel). Ne nascono altri cinque album, tutti di successo: “I treni a vapore”, un album antologico intitolato “Le Canzoni”, “Gente Comune”, “Belle Speranze” e “Certe piccole voci”, primo album live della sua carriera. Una netta sterzata in direzione della musica popolare brasiliana si ravvisa in “Onda tropicale”, mentre il 2007 si contraddistingue per l’uscita di “Canzoni nel tempo”, raccolta di canzoni già pubblicate impreziosite dalle cover di “Io che amo solo te” e “Dio è morto”.
Dopo sette anni, nel 2008 viene pubblicato il primo album di inediti, “Il movimento del dare”, che si segnala per le collaborazioni con Pino Daniele, Ivano Fossati e Franco Battiato. Madrina, nel 2009, di “Amiche per l’Abruzzo”, evento di beneficenza dedicato ai terremotati dell’Aquila duetta con Noemi in “L’amore si odia” e pubblica “Ho imparato a sognare”, nel quale re-interpreta canzoni di artisti contemporanei come Tiziano Ferro, Cesare Cremonini e i Negrita. Il 2010 è l’anno di “Capolavori”, raccolta di sei dischi, ma anche di tre Wind Music Awards e del singolo “Se veramente Dio esisti”. Nel 2012 esce il disco di inediti “Sud”, anticipato dai singoli “Io non ho paura” e “Non è un film”, e seguito dal “Sud tour”. Alla fine del 2016 viene annunciata la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2017 con il brano “Che sia benedetta”. Nel 2024 torna a Sanremo, in gara con la canzone “Mariposa”.
Dopo il successo delle tappe estive di “Fiorella Sinfonica-Live con orchestra” che ha collezionato tutti sold out nelle più belle location d’Italia, prosegue il suo viaggio live nell’atmosfera intima e suggestiva dei teatri con tanti nuovi imperdibili concerti. Il tour autunnale, che ha preso il via con una doppia anteprima al Teatro degli Arcimboldi di Milano, toccherà tra novembre e dicembre le sale più prestigiose del nostro Paese.