Mercoledì 29 ottobre, alla Società Isole Eolie Melbourne, una folla attenta e partecipe si è ritrovata per celebrare l’eredità di Nino Randazzo, figura imprescindibile per la comunità italo-australiana del Victoria. 

Scrittore, poeta, giornalista (per molti anni direttore di questa testata) e senatore della Repubblica italiana, Randazzo è stato per oltre sessant’anni il portavoce della complessa identità di migliaia di migranti provenienti dal Belpaese, narrando con profondità e ironia le loro vicende, i loro conflitti interiori, e la loro capacità di creare nuove radici senza mai recidere quelle originarie.

A rendere omaggio al suo lascito è stato  organizzato ‘Celebrating Nino Randazzo’, un evento che ha segnato il terzo appuntamento del festival Avventure Siciliane II, una rassegna ideata per preservare e rilanciare il patrimonio culturale e letterario siciliano, promossa e organizzata dal Sicilian Arts Collective Australia (SACA). La scelta della location, la storica Eolian Hall nel cuore di Carlton, non è stata casuale: la manifestazione si è svolta in concomitanza con il centenario della Società Isole Eolie Melbourne, associazione che ha collaborato alla realizzazione della serata. 

Di fronte a circa 100 persone, un cast di 12 attori - molti dei quali non professionisti -, affiancato dalla cantautrice Elvira Andreoli e dalla scrittrice Rosanna Morales, ha dato vita a una doppia rappresentazione capace di emozionare e sorprendere, unendo musica, teatro e narrazione. 

La prima parte della serata ha visto in scena Il Pane e le Rose, una commedia in tre atti scritta nel 1980 dallo stesso Randazzo. Con leggerezza e humour, l’opera esplora il tema della disillusione del migrante siciliano, del ritorno al paese natale come simbolo di un’incolmabile distanza identitaria. 

La drammaturga e performer Rosanna Morales, che ha curato l’adattamento, ha spiegato: “Questo spettacolo riunisce tutta la comunità, e l’uso delle tre lingue – italiano, inglese e siciliano – rende lo spettacolo ancora più inclusivo”. 

La musica di Elvira Andreoli e l’esibizione di Morales, ispirate all’antica tradizione dei cantastorie siciliani, hanno aggiunto intensità e dinamismo allo spettacolo, mentre le risate del pubblico sono state un’ulteriore conferma del forte impatto emotivo.

Il nucleo più vibrante della serata è stato però affidato alla lettura teatrale di Victoria Market: Genesis of a Myth, diretta con sensibilità e rigore da Laurence Strangio, regista teatrale indipendente. Lo spettacolo, che ha impegnato attori emergenti e membri della comunità, racconta un frammento oscuro della storia di Melbourne: i pregiudizi, le ostilità e le discriminazioni che hanno segnato la vita di molti immigrati italiani negli anni Sessanta. 

Randazzo vi descrive una città attraversata da tensioni sociali e giochi di potere, dove la verità è spesso offuscata dal razzismo istituzionalizzato e dall’ignoranza dei più. 

Ne scaturisce un racconto potente, autentico, che smonta con umorismo e durezza la narrativa dominante, illuminando i retroscena di una migrazione tanto glorificata quanto sofferta.

Victoria Market si presenta così come una tragedia moderna, una presa di coscienza. Sul palco si sono alternati attori di diversa età ed esperienza, che hanno recitato i vari passaggi con una carica emotiva palpabile. Il messaggio, tuttavia, è rimasto sempre centrale: l’importanza della verità, la rottura dei rigidi schemi stereotipati, dei pregiudizi che per tanto tempo hanno influenzato la vita della comunità italiana Down Under.

Tra i momenti più toccanti della serata, l’intervento di Carmen Randazzo, figlia dell’autore, visibilmente commossa di fronte alla platea. “È davvero emozionante - ha esordito -, mi sento profondamente colpita da questa celebrazione. Mio padre diceva che viveva su due isole: Salina e l’Australia. La sua passione era costruire un ponte tra queste due realtà. Tutta la sua vita è stata dedicata a questo”. 

Carmen ha ricordato il ruolo essenziale del padre nella nascita del teatro italo-australiano, sottolineando come le sue opere fossero piene di autenticità e allo stesso tempo capaci di affrontare temi seri, anche con un tono giocoso. “Ogni sua commedia rappresentava una fase diversa della sua vita e parlava di esperienze reali”, ha spiegato, ricordando l’attualità sorprendente dei temi trattati. Questa continuità tra vita, arte e comunità è emersa con forza anche nel racconto della nascita dell’iniziativa. A raccontarne la genesi è stata Christina Neri, presidente di SACA e membro del comitato della Società Isole Eolie Melbourne. 

“L’idea è nata durante un viaggio a Salina, ero assieme alla mia amica Janetta Ziino, event director del sodalizio. Abbiamo assistito a una rappresentazione straordinaria de I fimmini diciunu No! e ci siamo dette: dobbiamo portare un festival artistico in Australia. Così è nata questa manifestazione, dedicata alla cultura siciliana e al legame con le nostre origini”. 

Riferendosi poi a Nino Randazzo, ha aggiunto: “Era uno dei nostri membri più illustri, un ambasciatore della nostra cultura. Resterà sempre una delle voci più autorevoli nel dialogo tra Italia e Australia”.