SASSUOLO (MODENA) - Ci ha messo meno di 12 mesi il Sassuolo a riprendersi la Serie A. Retrocessi in B dopo 11 stagioni di fila nel maggio del 2024, i neroverdi hanno dominato il campionato cadetto festeggiando con 5 giornate d’anticipo.

Una cavalcata trionfale quella della squadra di Fabio Grosso, uno dei tasselli della rinascita voluta dalla famiglia Squinzi e dall’ad Giovanni Carnevali che a giugno di un anno fa promosse Francesco Palmieri a direttore sportivo da responsabile del settore giovanile e chiamò l’ex campione del Mondo in panchina, reduce dalla breve parentesi in Ligue 1 con il Lione.

La strategia della ripartenza è stata subito chiara fin da inizio mercato: trattenere i “gioielli” della Serie A come Toljan, Doig, Thorstvedt e Laurientè, con molto mercato e poco propensi a restare in B, e puntare sulla voglia di riscatto di Berardi, che aveva perso metà della stagione scorsa per il grave infortunio al tendine d’Achille.

L’avvio è stato un pò frenato (5 punti nelle prime 4 gare col pesante 1-4 casalingo per mando della Cremonese), poi pian piano la macchina neroverde ha iniziato a ingranare e le 14 gare utili fra metà settembre e metà dicembre (12 vittorie e 2 pareggi) hanno segnato il primo solco sulle rivali a fine andata.

Il rientro a pieno regime di Berardi da ottobre ha dato la scossa anche mentale: l’ex azzurro ha timbrato solo 6 reti ma con 12 assist ha permesso alla squadra di Grosso di scoccare tutte le sue frecce, con il quartetto delle meraviglie composto da Laurientè (15 reti), Mulattieri (9), il figliol prodigo Pierini (10) e Thorstvedt (7) che ha fatto la differenza assieme alle parate del rumeno Moldovan, arrivato dall’Atletico Madrid, numero uno spesso decisivo.

Col miglior attacco (73 reti) e la terza miglior difesa (34 subite) la squadra di Grosso ha compiuto il sorpasso in vetta sul Pisa fuggitivo alla 14^ giornata e da lì non ha più mollato il primato, scavando un solco sullo Spezia terzo, nonostante le due sconfitte in trasferta nei due scontri diretti in Toscana e Liguria.

Il futuro tecnico è già scritto, perché Grosso (che aveva già vinto la B nel 2023 col Frosinone) la scorsa estate ha firmato fino al giugno del 2026 con opzione per un terzo anno e potrà assaporare quella A già assaggiata per appena 3 gare a Brescia nel 2019, quando chiamato al posto di Corini venne esonerato dopo 3 ko.

Al suo fianco ci sarà ancora il ds Palmieri che dovrà rinforzare una rosa in cui brilleranno ancora le stelle della promozione, visto che - tranne Toljan (scadenza a giugno) e Moldovan (in prestito dall’Atletico, ma con diritto di riscatto a 800mila euro) - i “big” Berardi, Thorstvedt e Laurienté sono blindati fino al 2027.