RIAD - Resta molto alta la tensione tra Stati Uniti e Iran in seguito all’annuncio di nuove sanzioni contro Teheran  da parte del presidente Donald Trump.
Intanto, il segretario di Stato Mike Pompeo è volato in Arabia Saudita per un incontro con i vertici del regno saudita con i quali studiare i prossimi passi da compiere nelle difficili relazioni con il regime iraniano dopo gli attacchi agli impianti petroliferi dell’Arabia Saudita: “Nessun americano è rimasto coinvolto, ma ogni volta che ci si trova di fronte a un atto di guerra di questa portata si corrono sempre grandi rischi. Questo è un attacco di portata mai vista finora”.
Pompeo continua a tenere ferma la posizione dell’amministrazione Trump che attribuisce la responsabilità di quanto accaduto in capo all’Iran, pur non avendo, al momento in cui andiamo in stampa, offerto ancora alcuna prova concreta che gli attacchi, rivendicati dal gruppo ribelle yemenita degli Houti, possano essere ricondotti a Teheran.
Secondo il segretario di Stato, infatti, citato dalla CNN, non sarebbe rilevante chi, materialmente, abbia condotto l’attacco, in ogni caso gli Stati Uniti considerano l’Iran responsabile: “Non importa - ha risposto Pompeo ai cronisti -. È stato un attacco iraniano”. Se anche gli Houti l’abbiano già rivendicato, per Pompeo “tutto questo non cambia il fatto che ci sia l’impronta dell’Ayatollah”.
Anche l’Arabia Saudita ha formalmente accusato l’Iran di essere il responsabile degli attacchi. In una conferenza organizzata a Riad, il portavoce del ministero saudita della Difesa, il colonnello Turki al-Malki, ha presentato quelli che ha descritto come i resti di droni e missili da crociera e che sono la prova ‘innegabile’ dell’aggressione iraniana.
A suo parere, l’attacco è stato lanciato “da Nord” e non dallo Yemen. Senza offrire ulteriori precisazioni geografiche, il portavoce ha aggiunto che l’attacco “è stato indubbiamente sponsorizzato dall’Iran”.
Il segretario di Stato Usa ha incontrato a Jedda il potente principe ereditario Mohammad bin Salman con il quale, si legge in un comunicato del dipartimento di Stato, “ha discusso della necessità che la comunità internazionale reagisca insieme alla continua minaccia che proviene dal regime iraniano”.
Una coalizione internazionale che gli Usa sperano possa trovare supporto all’interno dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che prenderà il via domani al Palazzo di Vetro: “Sono sicuro che a New York parleremo molto di questa vicenda”, ha confermato Mike Pompeo.