Solo l’11% degli intervistati ritiene ora infatti che i leader politici abbiano ottenuto risultati migliori di quanto sperato, rispetto al 53% dello scorso febbraio. Due terzi degli australiani poi pensa che il Primo Ministro e i Premier statali non abbiano collaborato adeguatamente all’emergenza pandemia. Sembra quindi essere sparita la popolarità di cui la classe politica godeva a inizio emergenza COVID-19: il prolungarsi della pandemia e la chiusura dei confini non hanno poi aiutato a mantenere alta la fiducia degli elettori.

Intanto i medici lanciano l’allarme sull’apertuta dei confini che inevitabilmente potrebbe portare maggiori casi di coronavirus in South Australia. Rivelato ieri il piano per affrontare quanto potrebbe accadere: verranno assunti 350 lavoratori in più, compresi medici, per far fronte all’imminente arrivo del Covid-19 nella comunità del South Australia, portando la nuova forza lavoro del settore a quasi 2.000 unità. Il reclutamento accelerato del personale ospedaliero, con medici, infermieri, professionisti sanitari, personale amministrativo e addetti alle pulizie, si aggiunge alle 1.200 infermiere laureate schierate in prima linea a partire dal prossimo mese. Queste le misure del nuovo piano statale “Covid-ready” da oltre 132 milioni di dollari mentre il South Australia si prepara alla riapertura dei confini una volta che il tasso di vaccinazione avrà raggiunto l’80%.

Il ministro della Salute Stephen Wade ha affermato che “quasi tutta” la forza lavoro aggiuntiva sarà impiegata entro la fine di gennaio per far fronte alle conseguenze che deriveranno dalla riapertura dei confini, quando sarà verosimile dover gestire fino a 3.000 - 4.000 casi attivi di Covid-19. Di questi, il 95% dovrebbe presentare sintomi lievi e le cure potranno essere fornite presso le strutture sanitarie comunitarie e i medi-hotel, con supporto clinico, sociale e di salute mentale. SA Health stima che potrebbero essere necessari 300 posti letto per soddisfare il 5% dei pazienti che avranno bisogno della terapia intensiva.

Per questi motivi sono stati aggiunti 392 posti letto: 213 negli ospedali e 179 nella comunità, compresi posti letto nelle strutture residenziali per anziani o nell’assistenza domiciliare. Tra gli obiettivi principali del nuovo piano, i servizi extra ospedalieri che porteranno infermieri, medici e professionisti sanitari nelle case private e nelle case di cura. Il progetto My Home Hospital sta già curando con successo diversi pazienti a domicilio per liberare posti letto in ospedale.