Riportiamo in questo Speciale solo alcuni dei momenti e delle compagnie che attraverso gli anni hanno regalato agli italiani d’Australia le emozioni che possono trasmettere solo le rappresentazioni teatrali. Iniziative che hanno anche dato a decine di giovani e meno giovani italo-australiani la possibilità di assaporare l’ebbrezza del palcoscenico, di avere un importante punto di riferimento e di incontro e a giovani registi di studiare e migliorarsi con la possibilità, per alcuni, di arrivare anche a traguardi nazionali e internazionali. Tanti sacrifici, ma anche tante gioie e, soprattutto, come in tutte le più belle cose, tanta passione.
Cominciamo il veloce percorso nel passato - e non ce ne vogliano tutti coloro che hanno anche fatto teatro e non rientrano in questa veloce carrellata - con l’articolo apparso su Il Globo il primo di luglio del 1969 che riportava: “Un gruppo di giovani amanti del teatro si è riunito a Melbourne sotto la denominazione “Compagnia teatrale Le Maschere”, allo scopo di dare vita all’attività teatrale italiana, di cui si sente la mancanza in terra australiana”. Alla Town Hall di Red Cliffs a Mildura, la neo compagnia teatrale debutta con tre atti unici: Le Lumie di Sicilia di Luigi Pirandello, La caccia al lupo di Giovanni Verga e Spacca il centesimo di Peppino De Filippo. “Da queste colonne manifestiamo vivamente la nostra simpatia a questo gruppo di giovani, che si propone di diffondere il teatro italiano e creare un sano centro di ritrovo familiare di fine settimana”, concludeva Il Globo.
Le Maschere - fondata da Rino Pellone e Joe Ghiocas - continuano a far divertire il pubblico nel corso degli anni con Non ti pago di Eduardo De Filippo nel 1981, L’importante è non arrendersi mai del 1983, Questi fantasmi del 1984 e l’immancabile Natale in casa Cupiello del 1987 ottenendo consensi di pubblico e di critica. Rino Pellone porta in seguito il suo talento di attore e regista a Perth dove mette in scena numerose commedie nell’ambito dell’Italian Theatre del Western Australia.
Prima di allora solo la Compagnia teatrale “Italian Dramatic Society” aveva portato sul palcoscenico La Locandiera di Carlo Goldoni, all’Adelphi di Nicholson Street a North Carlton. Il Globo ne aveva prontamente annunciato la messa in scena sul numero del 2 marzo 1965.
Sono gli anni del fervore artistico-teatrale per la comunità italo-australiana a Melbourne. Il proposito comune è quello di portare in scena testi d’indiscusso livello artistico e culturale d’autori italiani d’ogni epoca per mettere in risalto i sentimenti della propria terra d’origine. Il Globo, già attento alle richieste della comunità, segue con interesse e premura gli sviluppi di un ambiente artistico così straordinariamente in crescita.
Nel 1971 tocca, infatti, alla “Filodrammatica Italiana di Melbourne”. Il banco di prova è La locandiera di Carlo Goldoni, che si dimostra essere un vero e proprio successo per il regista Osvaldo Maione: “Il pubblico si è divertito molto ed ha applaudito spessissimo a scena aperta. Tra i presenti molti australiani”, racconta Il Globo nelle sue pagine.
Il regista Osvaldo Maione colleziona il suo secondo successo anche l’anno successivo con la compagnia “Teatro Stabile di Melbourne” e la commedia di Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello. Sul numero del 5 settembre 1972 Il Globo ne tesse le lodi come “la produzione meglio riuscita, più rifinita, più fluida ed interessante di tutte quelle finora realizzate. Il gruppo merita il massimo incoraggiamento del pubblico italiano di Melbourne” .
Il 1980 è l’anno della svolta per il mondo teatrale a Melbourne. La prima commedia italo-australiana, Il pane e le rose di Nino Randazzo, con la regia di Franco Cavarra, va in scena allo Universal Theatre di Victoria Street a Fitzroy, con il cast del “Gruppo Teatrale Italiano”, sotto gli auspici del Festival Italiano delle Arti. “La commedia riscuote un meritato successo”, come intitola Il Globo sul numero del 27 ottobre. L’articolo, quasi a pagina intera, porta la firma di Angelo Maddaloni, allora direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Melbourne.
Si prospettano anni di emozionanti riconoscimenti artistici per l’allora direttore de Il Globo. La nuova commedia Il Sindaco d’Australia, infatti, va in scena allo Union Theatre il 22 ottobre 1981, mentre il dramma Victoria Market entra di diritto al quattordicesimo “Congresso nazionale australiano degli scrittori di teatro”. L’opera sarà rivisitata da una compagnia di attori australiani professionisti e tradotta da Colin McCormick. Nino Randazzo diventa così il primo autore italiano di teatro in Australia ad essere tradotto in lingua inglese. 
Il cast della commedia Il Sindaco d’Australia di Nino Randazzo (in prima fila, secondo da sinistra)
Nello stesso anno l’Australian Ballet e la compagnia teatrale “Handspan Theatre”, di cui fa parte l’attrice e danzatrice italo-australiana Carmelina Di Guglielmo, viaggiano fino a Spoleto. Sulle sue pagine Il Globo racconta il trionfo di pubblico e di critica di Secrets che “coraggiosamente giunge in Italia: un’allegoria visiva di tormenti e fantasmi dello spirito umano”. Carmelina Di Guglielmo e Maria Portesi, altra ben nota e stimata attrice, portano con successo nel 1984 e replicano nel 1985, per la regia di Franco Cavarra, Tutta casa, letto e chiesa, ritratto ironico della condizione femminile, capolavoro del premio Nobel Dario Fo e della sua compagna di vita Franca Rame.
La produzione teatrale di Nino Randazzo, che propone un teatro italo-australiano che riflette la vita reale degli italo-australiani in Australia, continua nei prossimi anni con Villaggio Paradiso del 1983 all’Open Stage della Melbourne University, nell’87 Le Fiamme di Kalgoorlie, nell’ 88 Emmaus con la regia di Franco Cavarra, che viene riproposto nel 1996 con la regia di Renato Cuocolo. Nel 1991 inizia la collaborazione con il regista Renato Cuocolo che ripropone Il Sindaco d’Australia, in occasione del suo decimo anniversario.
Segue nel 1994 La Gabbia e il Bosco, che come annuncia Il Globo “continua sulla scia di successi di pubblico e di critica, in Tasmania, al “Backspace Theatre” di Hobart . Nel 1995 viene riproposto Victoria Market che aveva debuttato nel 1982, segue nel 1999 L’Ultima Flotta e nel 1996 Incidenti e Accidenti, nuovo allestimento del lavoro teatrale Emmaus. Il Globo, in un articolo del 1997, si congratula con la Compagnia Teatrale Italo-Australiana invitata a presentare Il Sindaco d’Australia e Victoria Market alle Isole Eolie nell’ambito delle manifestazioni culturali per il “Festivaldimaggio 97”. La prima viene messa in scena a Lipari, la seconda a Salina.
Tutto esaurito anche per The Secret Room del regista Cuocolo, fondatore dell’IRAA Theatre. In scena soltanto Roberta Bosetti per una produzione unica e intima, in cui gli spettatori, 13 al massimo, sono invitati a casa dell’attrice e poi guidati a visitare le stanze ed i segreti, anche più intimi e dolorosi, della donna. Il tutto ripreso in diretta ed accessibile tramite internet. “Roberta Bosetti ha accolto finora mille persone nel suo salotto, nella sua sala da pranzo e in camera da letto, negli ultimi sette mesi. E in quarantamila hanno guardato attraverso il buco della chiave di internet”, racconta Il Globo. The Secret Room si aggiudica il “Green Room Award” e l’IRAA Theatre porterà lo spettacolo in America, Messico e Italia.
Nel 1989 la compagnia teatrale “Commeartefò” si presenta sulla scena con Il malato immaginario di Molière, regia di Mimmo Mangione, ottenendo un notevole successo, a cui segue nel 1995 Don Giovanni. Fondata da tre attori ben conosciuti - Mimmo Mangione, Paolo Bongiovanni e Mario Mori - Commeartefò continuerà a portare con successo sulla scena capolavori di Eduardo De Filippo: Questi fantasmi nel 2006; di Carlo Goldoni: Arlecchino servitore di due padroni nel 2007; e opere soprattutto di Luigi Pirandello che Mimmo Mangione porterà in scena ben 11 volte, fra cui: Il berretto a sognali, L’uomo la bestia e la virtù, Sei personaggi in cerca d’autore, L’uomo dal fiore in bocca, La morsa, Cecè ed Enrico IV, con cui la Commearteò` dà l’addio al palcoscenico, mentre Mimmo Mangione continua con passione a far teatro fino ad oggi.
“Il Piccolo Teatro” di Salvatore Bellofiore e Michele Serratore compie, nel 2000, quarant’anni di attività interrotta e poi ripresa con la messa in scena della commedia L’eredità dello zio canonico, che attira un folto pubblico, a cui seguono molte altre produzioni di successo come Il fantasma del povero Pietro. Il Piccolo Teatro continua a far conoscere al pubblico le brillanti commedie in dialetto siciliano con al timone nel 2006, Gianni Cannata, che porta sul palcoscenico Fumo negli occhi di Faele e Romano, Filumena Marturano e Non ti pago di Eduardo De Filippo e Mprestami a Mugghieri di Nino Mignemi, e ancora, per la regia di Elvira Arfì: Amuri di frati di Renato Fidone e Mia suocera si vuole fidanzare, di Calogero Maurici.
“Tra un balzo, una pedata e un intrigo amoroso, ecco Truffaldino servitore di due padroni”, annuncia Il Globo nell’aprile 2008, una commedia che segna l’arrivo sulle scene dell’Italian Comedy Players, fondata da Dino Nicolosi, affermato attore che vuole far divertire il pubblico presentando situazioni assurde e imprevedibili, mescolando con disinvoltura il dialetto siciliano e la lingua italiana. Ancora “confusione e risate” per Il Matrimonio di Turiddu Beddu, di Dino Nicolosi, allestita presso il Mechanics Institute Performing Arts Centre di Brunswick nell’aprile 2010. Sempre in una nuova chiave ironica e assurda l’Italian Comedy Players presenta classici della letteratura quali D’Artagnan e i tre moschettieri, Il gobbo (o quasi morto) di Notre Dame e perfino Zorro.
I protagonisti di Truffaldino in un adattamento dell’Italian Comedy Players
Risate e buonumore anche nelle commedie di Salvatore Liotta, che fra l’altro scrive e dirige Casimiro, cameriere del tiro, nell’àmbito della Comica Variety a Brunswick.
Anno dopo anno Il Globo ha continuato a raccontare la scintilla che muove i fili di una compagnia teatrale. Assi di legno, un sipario che improvvisamente si apre e occupa la mente di un pubblico pronto a sorridere e a evadere per una serata dalla propria quotidianità. Il Globo ha realizzato la forza artistica del teatro italiano in Australia negli anni ’60; da allora non ha smesso di sostenere e tradurre su carta i valori umani di un popolo emigrato, espressi in un teatro lontano da casa, ma che sa di casa.