Dopo aver impressionato nella crono di apertura nonostante non sia uno specialista, terzo a 18” dal campione del mondo Ganna, Tadej Pogacar ha deciso che era il momento di salire in cattedra.

La quarta tappa della Tirreno-Adriatico, la Cascata delle Marmore-Bellante di 202 chilometri, porta il timbro dello sloveno della UAE Emirates, fra i favoriti d’obbligo della vigilia dopo l’assolo vincente di 50 chilometri sulle Strade Eroiche.

Dopo la fuga portata avanti da una decina di corridori sulle rampe della prima ascesa di giornata e rintuzzata solo lungo il corso dell’ultimo dei tre giri del circuito finale, Pogacar si alza sui pedali e attacca nell’ultimo chilometro, un’azione che basta a sbaragliare la concorrenza: il due volte vincitore del Tour alza le braccia al cielo in solitaria, con Jonas Vingegaard (Jumbo Visma), Victor Lafay (Cofidis) e Remco Evenepoel (Quick Step-Alpha Vynil) alle sue spalle per un paio di secondi e poi via via tutti gli altri, compreso Filippo Ganna: 25 i secondi di ritardo che gli costano la maglia azzurra, ora indossata da Pogacar con 9” di vantaggio su Evenepoel e 21” sullo stesso Ganna.

Negli ultimi chilometri ci sono stati diversi attacchi ed è stato difficile controllare la corsa - le parole del nuovo leader della classifica generale - Marc (Soler) ed io abbiamo risposto bene, una volta a testa, avevamo tutto sotto controllo. A 600 metri dall’arrivo ho pensato che fosse il momento giusto per partire, su un arrivo del genere bisogna essere sempre pronti a leggere la corsa. Nessuna squadra oggi si è presa la responsabilità di tirare così i miei uomini hanno dovuto lavorare per 200 km quindi vincere è stata un’ottima maniera per ripagare il loro lavoro”.

Domani i 155 chilometri fra Sefro e Fermo, la tappa dei Muri costituita da due parti distinte. La prima attraverso l’Appennino fino alle porte della provincia di Fermo e la seconda più articolata con 5 muri tra approccio all’arrivo e circuito finale.