BERLINO – “Abbiamo un chiaro mandato e costruiremo una Grosse Koalition”. Lo ha detto Friedrich Merz parlando alla Konrad Adenauer Haus, dopo le elezioni vinte domenica in Germania. “I colloqui inizieranno nei prossimi giorni”, ha spiegato, aggiungendo di voler parlare con il presidente dell’Spd e con il cancelliere Olaf Scholz per un passaggio di consegne sensato.
L’obiettivo è formare un esecutivo stabile, ma il cammino per arrivare al traguardo rischia di complicarsi in base ai risultati definitivi del voto, in archivio con l’affluenza record dell’84%, la più alta dal 1990. L’Alternativa per la Germania (AfD), partito di estrema destra, ha infatti ottenuto il 20,8% delle preferenze, diventando il secondo partito del Paese.
Il risultato dell’AfD è “l’ultimo segnale di avvertimento perché i partiti politici del centro democratico in Germania trovino un terreno comune”, ha affermato Merz.
Espresso l’auspicio di colloqui “costruttivi, positivi e rapidi” con l’Spd, Merz ha indicato i tre temi che dovranno essere prioritari per il nuovo governo. Primo, la politica estera e di sicurezza: “Specialmente dopo le dichiarazioni che abbiamo sentito la scorsa settimana da Washington, è chiaro che noi europei dobbiamo essere in grado di agire molto velocemente”. E questo tema “avrà priorità assoluta nelle prossime settimane”.
In secondo luogo, la questione dell’immigrazione: l’auspicio di Merz è di poter lavorare con l’Spd “sulle proposte sul tavolo”. Infine la situazione economica: “Dobbiamo preservare l’occupazione nel settore industriale in Germania”.
Proprio sulla politica estera, Merz si è detto “speranzoso di poter mantenere le relazioni transatlantiche”, anche se “tutti i segnali che stiamo ricevendo dagli Stati Uniti indicano un calo d’interesse nei confronti dell’Europa e minore volontà di essere coinvolti in Europa”. Per Merz, Berlino e Washington hanno “la stessa comprensione della società aperta, della libertà, della democrazia e dell’economia di mercato”.
Per il leader della Cdu/Csu, “America First” non deve significare “America da sola”, e ha avvertito che un eventuale peggioramento delle relazioni Usa-Ue “non sarà solo a danno dell’Europa, ma anche a danno dell’America”.
“Quello di ieri è stato un risultato elettorale amaro per la Spd, e oggi non è migliorato”, ha affermato dal canto suo il cancelliere uscente Olaf Scholz all’indomani del crollo storico della Spd (16,41%).
Il partito “ha cercato di fare un buon lavoro di fronte a una delle più grandi sfide che il nostro Paese ha dovuto affrontare dal 1945”. “Ma – ha ammesso Scholz – così come sono stato responsabile del successo, sono ovviamente responsabile del risultato attuale”. Scholz si è quindi impegnato a continuare a svolgere il ruolo di cancelliere “fino all’ultimo giorno”, sottolineando il continuo sostegno della Germania all’Ucraina.
Dopo il flop dei verdi, Robert Habeck ha annunciato l’intenzione di lasciare la guida del partito. “Non rivendicherò più o aspirerò a un ruolo di leader nella gerarchia del Partito dei verdi”, ha reso noto il vice cancelliere uscente, riconoscendo che il risultato delle elezioni “non è positivo”: “Volevo di più, volevamo di più”.
I verdi, che fanno parte della coalizione di governo guidata da Olaf Scholz, hanno ottenuto l’11,6% di voti, contro il 14,7% di quattro anni fa. Habeck ha parlato anche della “spaventosa” normalizzazione dell’estrema destra dell’AfD e del suo linguaggio sull’immigrazione.
“Questa mattina, quando ho acceso il telefono, ho visto di aver ricevuto chiamate e messaggi dagli Stati Uniti, incluso uno da Elon Musk con congratulazioni personali”, ha affermato la leader di AfD Alice Weidel parlando con la stampa a Berlino, secondo quanto si apprende dal Guardian. “Oggi farò una telefonata. Con chi, non ve lo dirò qui e ora perché si tratta di un certo livello di fiducia, ma siamo in contatto. Siamo la forza in Germania che è riconosciuta a livello internazionale. Siamo in contatto con tutte le parti, compresa l’amministrazione Trump”, continua Weidel.
Il responso delle urne ha lasciato fuori dal Parlamento la Bsw (sinistra) di Sahra Wagenknecht, che manca per un soffio la soglia del 5% fermandosi al 4,97%. Stessa sorte per i liberali dell’Fdp, al 4,3% (dopo l’11,4% di quattro anni fa che fece sì che conquistassero un posto nella coalizione Semaforo di Scholz, poi fatta crollare proprio da loro).
Wagenknecht intende consultarsi con giuristi e verificare se esistano le condizioni per impugnare il risultato elettorale, visto che il suo partito ha ottenuto appena 13.400 voti in meno rispetto a quelli necessari per superare la soglia ed entrare in Parlamento. In particolare, secondo Wagenknecht, bisogna verificare se sia stato fatto tutto il possibile per assicurare il voto dei tedeschi residenti all’estero.