RIO DE JANEIRO -  Povertà, disuguaglianze e sviluppo sostenibile. Sono i temi discussi dai leader della Terra il 18 e 19 novembre a Rio de Janeiro, in Brasile. Il vertice del G20 è l’incontro tra i capi di Stato o di Governo dei Paesi membri del gruppo, la conclusione di più di cento riunioni tenute nel corso dell’anno. 

Il “Gruppo dei Venti” (G20, appunto) riunisce i Paesi con le più importanti economie del mondo, che si incontrano annualmente per discutere iniziative economiche, politiche e sociali. Il vertice è stato creato in risposta alla crisi finanziaria mondiale che si è verificata dopo il fallimento della Lehman Brothers nel 2008 ed è il principale forum di cooperazione economica internazionale. 

I Paesi che ne fanno parte sono 19: Germania, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Stati Uniti, Francia, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Regno Unito, Corea del Sud, Russia, Sudafrica, Turchia. A essi si aggiungono l’Unione Africana e Unione Europea (UE) e, inoltre, partecipano come osservatori o invitati anche Paesi terzi e organizzazioni internazionali. 

Il G20 funziona in modo diverso rispetto alle organizzazioni internazionali tradizionali, poiché gli accordi vengono elaborati attraverso due canali principali: il “canale delle finanze”, guidato dai ministri delle finanze e dai presidenti delle banche centrali dei Paesi del gruppo, e il “canale degli sherpa”, i rappresentanti personali dei leader del G20. Questi ultimi sono responsabili di organizzare le negoziazioni, discutere i punti da trattare, l’ordine del giorno del vertice e coordinare gran parte del lavoro. 

Con lo slogan “Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile”, questa edizione del vertice si è concentrata sul raggiungimento di accordi riguardo a come finanziare la crescita economica dei Paesi in via di sviluppo e promuove la crescita sostenibile delle economie di quelli già industrialmente sviluppati. 

Tra gli obiettivi principali dell’incontro c’è il raggiungimento di un accordo sul Nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato (NOQG, in inglese) sulla prossima COP29 (la conferenza sul cambiamento climatico), che definirà l’entità e la distribuzione dei finanziamenti destinati ai Paesi meno ricchi, affinché possano sviluppare fonti di energia rinnovabili e azioni preventive contro le catastrofi climatiche. 

Un altro punto importante discusso durante il vertice è stata la necessità di fermare l’escalation dei conflitti internazionali.

Nella dichiarazione ufficiale dei leader partecipanti al G20, è stata sottolineata la necessità di porre fine alla guerra in Ucraina, evidenziando “la sofferenza umana e gli impatti negativi aggiuntivi della guerra in relazione alla sicurezza alimentare ed energetica globale, alle catene di approvvigionamento, alla stabilità macrofinanziaria, all’inflazione e alla crescita”, accogliendo “tutte le iniziative rilevanti e costruttive che sostengono una pace globale”. 

La dichiarazione comunica anche la profonda preoccupazione dei leader del G20 “per la catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e l’escalation in Libano”, insistendo sulla necessità di “aumentare il flusso di aiuti umanitari e rafforzare la protezione dei civili, esigendo la rimozione di tutte le barriere alla fornitura di aiuti umanitari su larga scala”. 

Nell’incontro ci sono stati anche importanti riunioni tra capi di Stato per rinnovare accordi commerciali, come l’incontro tra il presidente dell’Argentina Javier Milei con Xi Jinping, il presidente della Repubblica Popolare Cinese, per discutere la continuità dello swap (accordo con il quale le parti si impegnano a intercambiare flussi monetari) in yuan tra le banche centrali dei rispettivi Paesi e la crescita nelle relazioni commerciali. 

Il ministro dell’Economia argentino, Luis Caputo, ha firmato con il ministro dell'Energia e delle Miniere del Brasile, Alexandre Silveira, un accordo mediante il quale il Brasile potrà importare fino a 30 milioni di metri cubici giornalieri di gas naturale prodotto dal giacimento di Vaca Muerta, in Patagonia. 

La presidente del Messico Claudia Sheinbaum ha invece incontrato il primo ministro del Canada Justin Trudeau per discutere del T-MEC, l’accordo di libero commercio tra Stati Uniti, Messico e Canada, messo in discussione da alcuni governatori di Canada e Usa a causa dell’ingresso di prodotti di fabbricazione cinese. 

Nonostante le tensioni, il messaggio trasmesso dai leader ha fatto intendere che entrambi i Paesi manterrano vigente il trattato commerciale. La revisione è prevista per il 2026, quando il presidente degli Stati Uniti sarà Donald Trump, che ha promesso l’adozione di una politica protezionista durante il suo mandato. 

Due proposte hanno invece generato controversia, quella di Claudia Sheinbaum di destinare l’1% della spesa militare dei Paesi membri per creare un fondo globale per la riforestazione e la pace, e l’iniziativa di Lula Da Silva di creare una tassa globale sui super-ricchi. 

Come risultato delle discussioni generali sulla mitigazione delle conseguenze del cambiamento climatico e delle ineguaglianze economiche, i Paesi del G20 hanno aderito alle linee guida della Mobilitazione Globale contro il Cambiamento Climatico e alla Alleanza Globale contro la Fame e la Povertà

Malgrado i molti distinguo e le posizione polemiche, anche Javier Milei ha avallato il documento finale, pur discostandosi dai contenuti legati all’Agenda 2030 della Onu.