ROMA - “L’ho aiutato a pulire casa, a cancellare le tracce di tutto quel sangue”, ha ammesso la madre di Mark Antony Samson, il ventitreenne che ha ucciso a coltellate Ilaria Sula. Lo ha confessato in un interrogatorio di oltre tre ore in Questura, spiegando di avere avuto un ruolo attivo nelle fasi successive al delitto. 

Per lei, Nors Man Lapaz, è stata quindi formalizzata la pensante accusa di concorso nell’occultamento del cadavere.  

Nell’ordinanza il gip afferma che Samson “ha agito con freddezza e insensibilità”, e che la giovane è stata aggredita “in modo brutale” da parte di una persona “di cui lei si fidava”.  

Come ammesso dallo stesso ventitreenne nelle ore successive al fermo, la madre era in casa al momento dell’aggressione, quando il ragazzo ha ucciso. con almeno tre fendenti, la studentessa con cui aveva avuto una breve relazione sentimentale. 

A chiedere di essere interrogata, in base a quanto filtra, era stata la stessa donna che ha varcato l’ingresso della Questura assieme al suo difensore. Davanti agli inquirenti è arrivata, quindi, come persona informata sui fatti, ma la sua posizione è immediatamente cambiata alla luce delle sue affermazioni.  

Una vera e propria confessione su quanto compiuto nell’appartamento di via Homs, nel quartiere Africano della capitale, e sul suo ruolo, riguardo al quale fin dal primissimo avvio dell’indagini gli inquirenti hanno nutrito pesanti sospetti. 

Oltre ai dati fattuali, come le celle del telefono della donna che la collocano nella zona dell’abitazione, anche la logica ha portato gli investigatori a ritenere che Samson non avesse fatto tutto da solo, al contrario di quanto affermato dal ragazzo, nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto.  

Non è chiaro se la donna abbia aiutato il figlio anche a infilare il corpo di Ilaria nella valigia, dopo averlo avvolto in una busta e posto in un trolley. Mark avrebbe trascinato il bagaglio con il corpo della ventiduenne in auto, intorno alle 14:00, per poi raggiungere la zona di Poli dove ha gettato il trolley.  

Al momento, le due versioni (quella del ragazzo e quella della madre) sono al vaglio dei pm, che contestano a Samson l’omicidio volontario aggravato. La posizione del padre, che appare più sfumata, in quanto non sarebbe stato presente in casa all’ora indicata del delitto, resta comunque sotto la lente degli inquirenti. 

“I genitori del ragazzo sono distrutti dal dolore, increduli, ancora sotto shock, spaventati e chiedono sincero perdono per tutto quello che è successo”, ha affermato, lasciando la questura, l’avvocato Paolo Foti, difensore della madre dell’assassino.