MELBOURNE - Nella capitale del Victoria, i manifestanti, tra cui gruppi neo-nazisti, si sono radunati davanti alla stazione di Flinders Street prima di marciare nel centro cittadino affrontati da una contromanifestazione. Nello stesso momento in città erano presenti anche molti manifestanti riuniti per il settimanale corteo pro-Palestina. La polizia, presente anche con squadre anti sommossa ha utilizzato spray urticante e personale a cavallo per mantenere separati i due cortei e impedire scontri e violenze.

Il ministro della polizia del Victoria, Anthony Carbines, ha definito le marce “sporche e piene d’odio”, avvertendo che chi avesse infranto la legge sarebbe stato perseguito.

A Sydney si sono radunate migliaia di persone, alcune delle quali con cartelli contro il primo ministro Anthony Albanese. La situazione ha reso necessario l’impiego di centinaia di agenti, impegnati contemporaneamente a gestire il raduno anti-immigrazione, la maratona cittadina e una manifestazione pro-Palestina. Anche a Brisbane e Canberra ci sono stati cortei, con la presenza di politici di One Nation.

A Canberra, la leader di One Nation, la senatrice Pauline Hanson, figura storica dell’ala nazionalista e critica verso la migrazione sin dalla sua elezione oltre trent’anni fa, ha arringato i manifestanti: “Se non amate l’Australia, sarò la prima a portarvi all’aeroporto e a mettervi su un aereo”. Il collega di partito Malcolm Roberts ha aggiunto: “Tutti noi sentiamo la morte dell’identità australiana. L’immigrazione di massa non è nell’interesse del Paese”.

Le manifestazioni hanno causato unanime condanna bipartisan. La leader dell’opposizione Sussan Ley ha chiesto calma e condannato la violenza e il razzismo, sottolineando che “odio e paura non devono lacerare la nostra coesione sociale”. Il ministro Murray Watt ha criticato con forza le marce, ricordando che “il fatto che siano organizzate e promosse da gruppi neo-nazisti ci dice tutto sul livello di odio e divisione che rappresentano”.

Da parte sua, il senatore liberale James Paterson, sostenitore di regole severe in materia migratoria, ha riconosciuto che molti australiani hanno opinioni legittime sul tema, ma ha espresso preoccupazione per la presenza di neo-nazisti e per il rischio di attacchi a comunità multiculturali come quella indiana, definendo la situazione “vergognosa e sbagliata”.

La polizia del Victoria ha usato anche spray urticante nel fronteggiare manifestanti violenti nel centro di Melbourne. (Foto: AAP) 

Prima dei raduni, sui social media erano circolati post che parlavano di 1.500 migranti in arrivo ogni giorno, dati rilanciati durante le manifestazioni. Tuttavia, l’Ufficio australiano di statistica ha smentito quelle cifre, spiegando che non riflettono in modo accurato l’andamento dell’immigrazione.

La giornata di proteste mette in luce una spaccatura crescente nell’opinione pubblica australiana, tra chi considera l’immigrazione una minaccia all’identità nazionale e chi vede nelle manifestazioni un pericolo per la convivenza e il rispetto delle minoranze.