ROMA - “Io credo che si utilizzi la politica degli altri governi per regolare i conti interni. Non mi sembra una cosa ideale sul piano della politica e del galateo, però ognuno fa le scelte che vuole fare”. è con queste parole, pronunciate da Praga dove è in visita per incontrare il primo ministro ceco  Petr Fiala, che la premier  Giorgia Meloni prova a stroncare le nuove polemiche sollevate in Francia da esponenti del governo Macron nei confronti dell’esecutivo italiano.

“Non mi risulta - ha aggiunto la Premier - che ci siano problemi bilaterali tra Italia e Francia”, che bolla “queste dichiarazioni così aggressive a favore di telecamera”, come dirette “all’opinione pubblica francese”. “Quindi – conclude Meloni –, non sono preoccupata da queste critiche”.

Non andiamogli dietro, è dunque la linea della presidente del Consiglio ai suoi, che infatti obbediscono e non replicano (tutti eccetto Matteo Salvini) alle frasi del capo del partito del presidente Macron, Stéphane Séjourné, che ha apertamente attaccato, come fatto qualche giorno fa anche dal ministro degli Interni Gerald Darmanin, la premier italiana, accusandola di fare demagogia con una politica ‘ingiusta, disumana e inefficace’, sostenendo anche che “l’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana”.

Il tema al centro è dunque sempre quello dell’immigrazione, che è feroce terreno di scontro anche Oltralpe e finisce sempre per essere utilizzato come arma politica contro gli avversari.

Stessa cosa avviene però anche nell’ambito delle relazioni tra gli Stati nel più allargato contesto europeo, dove l’Italia sta cercando in tutti i modi di far passare la sua linea, chiedendo una maggiore condivisione nella gestione dei flussi.

E' proprio per questo che Giorgia Meloni cerca di non replicare alle bordate che arrivano dalla Francia e si concentra invece nel cementare un’asse tra i conservatori europei per trovare sostegno e appoggio alle richieste italiane a Bruxelles. In questo senso si inserisce l’incontro con Fiala avvenuto a Praga, dal quale, ad ascoltare le dichiarazioni in conferenza stampa, la Premier esce avendo ottenuto un sostanziale appoggio dal leader ceco. 

“Sui migranti Meloni porta tante proposte in Europa. Noi appoggiamo le proposte dell’Italia; abbiamo uguale visione”, ha detto infatti Fiala durante il Bilaterale. Parole dolci come il miele per la premier italiana, che definisce “intelligente e lungimirante” il primo ministro ceco. “Capisce - ha aggiunto Meloni - come ormai sia inevitabile affrontare la questione a livello europeo, e prima che investa il territorio europeo. Perché altrimenti è inevitabile che continueremo a discutere tra noi su un problema che in ogni caso rimane in Europa”.

Molto meno lusinghiere sono invece le affermazioni che nelle stesse ore arrivano nei confronti del governo italiano da parte della Spagna, dove è in atto, come in Francia, il tentativo del governo socialista del premier Pedro Sanchez di contrastare l’avanzata dell’ultra destra rappresentata dal movimento Vox. Questi ultimi sono stati infatti accusati dalla vicepremier e ministro del Lavoro, Yolanda Díaz, di voler seguire le orme del governo italiano sull’occupazione, dove la premier Giorgia Meloni, dice Diaz, ha mostrato di voler “governare contro lavoratori e lavoratrici”, per “tornare” al modello dei “contratti spazzatura”. 

Altra questione interna, dunque, che viene combattuta usando lo spauracchio del governo italiano, considerato ormai dai partiti progressisti europei la testa di ponte dell’ultradestra in Europa. Un ruolo che la premier Meloni, come conferma anche la visita a Praga, pare voler pienamente intraprendere.