BRUXELLES - I rappresentanti diplomatici speravano di approvarlo venerdì, ma Bratislava si è opposta, collegando la questione alle proposte della Commissione Europea di eliminare gradualmente i combustibili fossili russi, da cui Slovacchia e Ungheria dipendono ancora in modo rilevante.

Fico ha incontrato ieri mattina (ora locale) la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per discutere dei suoi timori. Tra questi, la preoccupazione che Gazprom, monopolista russo del gas, possa intentare una causa da un miliardo di euro qualora la Slovacchia rescinda anticipatamente il contratto di fornitura. Bruxelles sostiene che i divieti proposti costituirebbero un caso di “forza maggiore”, escludendo così risarcimenti.

Fico però non si è detto convinto: “Prima va risolta questa questione. Definiamo la soluzione, e solo allora potremo discutere ulteriori pacchetti di sanzioni”, ha dichiarato in un video pubblicato su Facebook. Fico ha aggiunto che, in mancanza di un rinvio del voto, il suo ambasciatore riceverà l’ordine di porre il veto.

Nel frattempo, i 27 leader europei non sono riusciti a raggiungere un accordo sull’esito della revisione dell’accordo di associazione UE-Israele, che aveva segnalato “indicazioni” di violazioni dei diritti umani da parte di Israele a Gaza e in Cisgiordania. Il tema è stato discusso per la prima volta in presenza, ma le divergenze — dalla Spagna alla Germania — hanno impedito una posizione comune.

I ministri degli Esteri riprenderanno il dossier il 15 luglio, mentre cresce la frustrazione. Il primo ministro sloveno Robert Golob ha proposto la creazione di una “coalizione dei volenterosi” per esercitare una vera pressione su Israele per frenarne gli abusi contro la popolazione palestinese.