Passo dopo passo
Mercoledì, in video conferenza, L’Aquila di nuovo vicinissima a Melbourne: come riportato nell’edizione di giovedì scorso, infatti, sono state poste le firme al Protocollo d’intesa riguardanti il progetto del recupero della Torre Civica del palazzo del Comune del capoluogo abruzzese che sarà realizzato con i fondi raccolti in Australia nell’appello lanciato subito dopo il tragico sisma del 2009.
Il Protocollo è stato firmato con una cerimonia tenuta nella sede della Fondazione Carispaq alla presenza del sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi, del direttore della Fondazione Domenico Taglieri, del segretario della Fondazione stessa David Iagnemma e dei membri del Comitato di Garanzia che è stato formato a sostegno e ‘difesa’ del progetto.
Nella nostra redazione, a rappresentare il Comitato australiano che era stato formato per il coordinamento della raccolta fondi, l’ex direttore del Coasit di Melbourne, Giancarlo Martini-Piovano, il presidente del Comites per il Victoria e la Tasmania, Ubaldo Aglianò, Francesco Pascalis e l’aquilano doc, l’imprenditore italo-australiano Eusebio Marcocci. Collegata, via video, anche la Console generale d’Italia per il Victoria e la Tasmania, Hanna Pappalardo e da Sydney i rappresentanti della Scalabrini Villages Ltd, Doug MacColl e Richard de Haast.
Una breve, ma significativa, serie di interventi ha fatto da prologo alle firme del Protocollo per spiegare il valore dell’intesa raggiunta che va a concludere quattordici lunghi anni di attesa per la concretizzazione di quell’iniziativa lanciata dal nostro gruppo editoriale, l’Italian Media Corporation, grazie all’allora direttore generale e fondatore de Il Globo, Ubaldo Larobina.
È stato Martini-Piovano, dopo le presentazioni di rito, ad aprire gli interventi ripercorrendo brevemente la storia dell’Appello pro terremotati e la svolta che ha portato alla scelta della Torre Civica per l’impiego dei fondi australiani.
Dopo i saluti al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, a Domenico Taglieri, a David Iagnemma, ai membri del Comitato di Garanzia e agli esponenti dell’amministrazione comunale presenti nella sede della Fondazione, Martini-Piovano ha sottolineato che il 13 dicembre di questo 2023 diventerà una data particolarmente importante per la comunità italiana d’Australia che “ha sempre risposto con generosità a qualsiasi iniziativa di sostegno delle vittime di calamità naturali sia in Italia che in Australia”, partecipando attivamente all’organizzazione di strutture comunitarie che fossero in grado di gestire gli appelli che Il Globo e La Fiamma, e susseguentemente Rete Italia, hanno spesso lanciato per aiutare la ricostruzione dopo tragici eventi.
“Fondi sono stati raccolti per il sisma del Belice, l’alluvione di Firenze, il Vajont, il ciclone Tracy che nel 1974 devastò Darwin”, ha ricordato Martini-Piovano. Poi sono arrivati i terremoti del Friuli e dell’Irpinia, ancora raccolte fondi, ancora massima generosità e praticità con la costruzione di asili-nido grazie agli italiani d’Australia.
“Il 6 aprile del 2009 - ha continuato il rappresentante del Comitato australiano - la tragedia che ha colpito l’Abruzzo ha fatto scattare l’ennesima prova di solidarietà di una collettività che rimane sempre attaccatissima all’Italia, alle sue regioni e alle sue origini. Un senso di appartenenza mai scalfito dalla distanza e dal tempo. Nel 2009 siamo stati così promotori e testimoni di una commovente e spontanea reazione e voglia di fare qualcosa, subito. Questo tipo di iniziative hanno però bisogno di persone che, con visione e capacita di gestione, siano in grado di convogliare e unificare la generosità della comunità. In questo senso la persona che ha fatto al caso nostro è stato il Grand’ufficiale Ubaldo Larobina, non solo mettendo a disposizione i suoi organi di stampa e radio, ma organizzando la struttura necessaria per portare a termine con successo l’iniziativa.
In brevissimo tempo è stato organizzato un ‘Radiothon’ su Rete Italia, un’autentica maratona radiofonica condotta in tutto il Paese, mentre attraverso i giornali sono partiti inviti ai club e associazioni per organizzare eventi per una raccolta fondi in tutto il Continente.
Costituito un comitato nazionale guidato dallo stesso Larobina, hanno fatto seguito comitati statali, uno per ogni Stato d’Australia. Nel comitato nazionale sono stati invitati a farne parte, in un ruolo simbolico, anche il primo ministro Kevin Rudd e l’ex governatore del Victoria Sir James Gobbo”.
“Facendo tesoro dell’esperienza del sisma dell’Irpinia, è stato istituito anche un Comitato di garanzia in Italia, la cui presidenza è stata affidata all’ ambasciatore Giovanni Castellaneta, già rappresentante diplomatico in Australia, consigliere del Presidente del Consiglio e infine ambasciatore a Washington. Ogni dollaro raccolto è stato depositato in un apposito conto bancario. Ogni donazione, grande o piccola, è stata pubblicata sulla stampa e letta alla radio, seguita da una ricevuta che, ottenuti i requisiti legali, potesse essere dedotta dalle tasse. Un lavoro immane, gestito da Il Globo-La Fiamma-Rete Italia con la partecipazione anche di decine di volontari”.
È stata anche organizzata una serata di gala - ha spiegato Martini-Piovano - alla quale ha partecipato l’allora primo ministro Kevin Rudd. In quella occasione lo stesso capo del governo, colpito dalla tragedia dell’Abruzzo ma anche dall’incredibile risposta della comunità ha promesso che avrebbe versato sull’Australian Abruzzo Earthquake Appeal dollaro per dollaro fino a un massimo di un milione di dollari. Il nostro milione è stato raggiunto in tempi record e il governo ha mantenuto la sua promessa.
“Chiuso ufficialmente l’Appello con un totale di circa 4 milioni, il Comitato di garanzia ha avuto l’incarico di selezionare, in accordo con il Comune de L’Aquila, un progetto da sottoporre per l’approvazione al comitato nazionale. L’ambiziosa proposta della nostra partecipazione alla costruzione del Nuovo Teatro stabile che avrebbe fatto parte del progetto di riqualificazione del Parco della Piazza d’Armi, è stata accettata con entusiasmo. Dopo la presentazione di vari piani architettonici (riportati regolarmente dai nostri giornali, ndr) è stata organizzata un’altra serata di gala alla presenza del primo ministro per presentare all’Australia i piani dettagliati del progetto. Una serata di grande successo con tanto di messaggio video dell’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi”.
Remare tutti nella stessa direzione
“Nel 2011 è poi arrivato quello che doveva essere il passo fondamentale per l’iniziativa: la firma ufficiale a Palazzo Chigi del Protocollo d’intesa per la partecipazione alla costruzione del teatro, il resto è storia di ieri, tra difficoltà burocratiche, amministrative e legali varie che hanno portato ad un lunghissimo stallo”.
Poi, circa un anno fa, la decisione di fare il possibile per trovare un progetto d’alternativa, il coinvolgimento propositivo del presidente del Comites del Victoria, Ubaldo Aglianò, una serie di circostanze favorevoli, la buona volontà e lungimiranza dell’amministrazione comunale, i contatti con la Fondazione Carispaq, il remare tutti con forza nella stessa direzione, compresa la Scalabrini Villages Ltd che contribuito ad assicurare il corretto impiego dei fondi.
“E infine - ha concluso Martini-Piovano - un ringraziamento ai migliaia di cittadini italiani residenti in Australia che vedranno presto un monumento tangibile della loro generosità”.
Dall’Aquila ad aprire la serie di interventi è stato il segretario della Fondazione Carispaq, David Iagnemma, che ha tracciato un po’ le procedure tecniche dell’accordo raggiunto, sottolineando le “grandi capacità istituzionali” che sono state dimostrate anche in questa occasione, del saper lavorare insieme con uno spirito di collaborazione e dialogo per contribuire alla rinascita della città.
Un rapporto speciale
Il dirigente ha voluto ricordare a tutti i presenti il rapporto un po’ speciale che esiste ormai tra la Fondazione e il Comune, un rapporto che è stato “sperimentato con tante iniziative di riqualificazione” portate avanti con successo. Iagnemma ha dichiarato che quello che ci si apprestava a firmare era “un Protocollo d’intesa che vede la partecipazione di tutti gli attori coinvolti e che è stato disegnato proprio per garantire dei percorsi molto snelli che consentano l’efficacia dell’intervento e, allo stesso tempo, garantiscano la trasparenza delle procedure”.
“Quindi - ha detto Iagnemma - sostanzialmente la Fondazione Carispaq andrà a replicare i percorsi già avviati con alcuni progetti importanti come Piazza del Castello, Palazzo Margherita, il Torrione, il reparto di terapia intensiva, applicando il Codice degli appalti che consente a un soggetto privato di poter intervenire su beni pubblici”.
“Abbiamo anche confermato – ha continuato - un Comitato di garanzia che ci affiancherà in questo percorso di definizione e sentiamo sicuramente la responsabilità di portare avanti con velocità ed efficacia questo intervento. E ringrazio tutti gli attori, la Scalabrini Villages per il supporto per tutti gli aspetti del Protocollo, il Comitato australiano ed in particolare Giancarlo (Martini-Piovano) con il quale ci siamo sentiti. E unisco nei ringraziamenti l’architetto Vincenzo Tarquini con il quale abbiamo collaborato in questi mesi per definire degli aspetti tecnici. Quindi ce la metteremo tutta, per giungere all’avvio dei lavori in tempi brevi”.
La Console Pappalardo, in un breve intervento di saluto, ha sottolineato quanto importante sia il mantenimento delle relazioni tra le comunità italiane all’estero e quella in Italia, quel “tenere vivi i legami che permettono di costruire delle ‘piattaforme’ per facilitare il completamento di certi traguardi. Hanna Pappalardo, a nome delle istituzioni che rappresenta, si è complimentata “per questo lavoro straordinario che è stato fatto”, ha ringraziato i promotori dell’iniziativa qui in Australia “senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile” e la “straordinaria generosità degli italiani in Australia che “sono australiani, ma continuano a mantenere un grandissimo cuore italiano”.
Poi telecamere e microfoni sono ritornate in Abruzzo. Il sindaco Biondi ha messo immediatamente a fuoco la situazione dichiarando che “questa vicenda ha tre caratteristiche: la generosità, il buon senso e il pragmatismo a livello amministrativo”. “Perché – ha continuato - la vicenda della donazione degli amici australiani non è stata semplice e si lega ad una questione altrettanto complicata che è quella della realizzazione del progetto urbano di Piazza d’Armi per cui, dopo anni di palleggiamenti, abbiamo preso vigorosamente la questione in mano e abbiamo proceduto alla rescissione del contratto che presentava più di un punto non chiaro dal punto di vista della tecnica amministrativa”.
“Devo dire – ha detto Biondi - che c’è stata una grande disponibilità e anche una grande pazienza da parte dei donatori, perché ci siamo rincorsi a lungo per cercare di salvare quel progetto, però quando ci siamo accorti che non c’era più il tempo concreto e c’era addirittura il rischio di perdere queste risorse, abbiamo prontamente individuato in un simbolo della città, la Torre Civica, che non è soltanto un monumento, l’oggetto sui cui tanta generosità dovesse concentrarsi. E dico il significato perché la Torre, oltre ad essere l’ultima originale testimonianza del Palazzo del Capitano, poi diventata sede domiciliare di una straordinaria donna come Margherita d’Austria, è anche il luogo dove è stata custodita per secoli la ‘Bolla del perdono’, di Papa Celestino V che ha istituito il primo Giubileo della storia nel 1294, quindi ha un valore evocativo molto forte”.
“E io devo ringraziare – ha continuato il sindaco - per la sensibilità, ed è già stato citato, Ubaldo Aglianò. In alcune circostanze la fortuna e le casualità recitano sempre un ruolo fondamentale, quindi l’amicizia per interposta persona, grazie al ruolo di intermediazione dell’ex sindaco di Catania, è stata immediata e abbiamo lavorato, con il buon senso di capire che andava individuato un altro intervento senza incaponirci sulla destinazione del Parco Urbano di Piazza d’Armi.”
Il sindaco ha poi sottolineato il pragmatismo della collaborazione con la Fondazione Carispaq e di un sistema ormai rodato che gli permette di assicurare “agli amici australiani di non preoccuparsi, l’abbiamo già sperimentato, funziona”. “La Fondazione è in grado con le sue professionalità, e anche con l’affetto che dimostra nei confronti della città de L’Aquila, di procedere celermente nella definizione delle procedure per l’affidamento dei lavori”.
“Passo dopo passo – ha concluso Biondi - stiamo mettendo tutti tasselli al loro posto. Puzzle complicatissimo, ma finalmente si inizia a vedere la luce. Diciamo che perlomeno abbiamo definito la cornice, adesso dobbiamo solamente continuare con certosina pazienza, ma anche con inflessibile volontà a mettere fino all’ultimo pezzo. Grazie davvero di cuore”.
A chiudere, prime delle firme, Domenico Taglieri, presidente della Fondazione Carispaq che ha rivolto il suo primo pensiero, con una punta d’orgoglio, agli italiani d’Australia che “hanno pensato ai problemi dell’Italia, ai problemi de L’Aquila, subito dopo il terremoto”.
E che poi con incredibile pazienza hanno “saputo assecondare anche i tempi che sono stati dati alla realizzazione di questo progetto. Finalmente oggi siamo qui a firmare l’atto che darà inizio a un percorso molto veloce, perché L’Aquila riabbia il suo Palazzo comunale, che è la casa di tutti gli aquilani, completo nella sicurezza con il restauro della Torre”.
Poi ancora una pensiero rivolto agli italiani d’Australia: “Vi ringraziamo vivamente e cercheremo di non deludere le vostre aspettative che, abbiamo capito, sono aspettative legate alla velocità di realizzazione perché siano impegnati i soldi che voi avete raccolto”. Il traguardo è in vista, questa volta ci siamo davvero.