MOSCA - Il team e la famiglia di Alexei Navalny non riescono ad ottenere una stanza per l'addio pubblico all'oppositore, ha affermato oggi la sua portavoce, Kira Yarmysh, che ieri aveva lanciato un appello perché fosse messo a disposizione uno spazio. 

"Abbiamo chiamato la maggior parte delle agenzie funebri private e pubbliche, dei siti commerciali e delle sale funebri - ha scritto Yarmysh su X -. Da qualche parte dicono che la stanza è occupata. Da qualche parte si rifiutano di menzionare il nome Navalny. In un posto ci è stato detto direttamente che alle agenzie funebri era vietato lavorare con noi".  

Il dissidente Leonid Volkov, amico e collaboratore di Navalny, si è detto convinto da parte sua che una protesta indetta per il 17 marzo, giorno finale delle elezioni presidenziali russe, sarebbe "l'ultimo testamento" dell'oppositore morto in carcere. Ma il portavoce ufficiale del Cremlino, Dmitri Peskov, ha definito "provocatori" gli appelli ad azioni di protesta nel nome di Navalny, sostenendo che si tratta di "inviti a violare le leggi" e ha minacciato "conseguenze legali" per "coloro che in qualche modo reagiscono a queste chiamate". 

In quanto alla possibilità - evocata da Maria Pevchikh, dirigente della Fondazione Anticorruzione di Navalny - che si fosse era arrivati alla fase finale di una trattativa per ottenere la liberazione del dissidente e due cittadini americani detenuti in Russia in cambio del rilascio in Germania di Vadim Krasikov - un agente dei servizi russi in carcere per omicidio - Peskov si è limitato a dire: "Non ne so nulla, non ho alcuna informazione al riguardo". 

Secondo una fonte russa citata dalle Reuters, però, Navalny avrebbe dato il suo consenso a tornare in libertà in un possibile scambio di detenuti che sarebbe stato in programma a metà febbraio tra la Russia e i Paesi occidentali e anche la moglie, Yulia Navalnaya, avrebbe dato il suo consenso al possibile scambio.  

La stessa fonte sostiene inoltre che nei colloqui sarebbe stato coinvolto il miliardario Roman Abramovich. "Inizialmente il piano prevedeva uno scambio che coinvolgesse solo" il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, arrestato in Russia con accuse di spionaggio, "e Abramovich ne aveva discusso con Putin. L'unica persona con cui Putin era pronto a scambiarlo era Krasikov. Ma i tedeschi erano categoricamente contrari, perché era un problema americano. Quando Navalny è apparso nell'ambito di questo piano, i tedeschi alla fine hanno accettato". 

Sempre stando alla fonte della Reuters, "tutto era stato finalmente confermato quando" il cancelliere tedesco Olaf "Scholz si era recato negli Stati Uniti" per colloqui alla Casa Bianca il 9 febbraio. Stando a un'altra fonte della Reuters "vicina al Cremlino", Russia e Occidente avrebbero concordato in linea di principio di fare uno scambio che coinvolgesse Navalny e Gershkovich, ma i dettagli precisi di tale accordo dovevano ancora essere definiti.