Lo ha rivelato SkyNews informando che la misura sarà presentata al parlamento domani.

Secondo quanto riferito, la proposta di legge prende di mira i commenti dispregiativi basati su genere, sessualità, razza, disabilità e religione.

Appare come l’iniziativa sia stata presa in seguito alle crescenti richieste da parte di gruppi ebraici, sentitisi il bersaglio un’ondata di antisemitismo legata al conflitto in corso tra Israele e Hamas.

Di contro, gruppi cristiani e islamici hanno affermato: “Non pensiamo che l’introduzione di sanzioni penali per espressioni pubbliche sia la strada giusta verso questa riconciliazione nella nostra società”.

Le preoccupazioni da parte delle comunità cristiane e islamiche tengono in conto come le leggi potrebbero toccare il discorso sulle preferenze e gli orientamenti sessuali.

È, invece,  probabile che, nel presente contesto politico, la comunità ebraica accoglierà favorevolmente le riforme del governo.

Dopo gli attentati del 7 ottobre si è registrato un forte aumento degli episodi di antisemitismo in Australia.

All’inizio dell’anno, il vice primo ministro Richard Marles aveva sostenuto che le leggi federali sull’incitamento all’odio dovevano essere rafforzate il più rapidamente possibile.

Il leader dell’opposizione Peter Dutton aveva richiesto un’azione ancora più incisiva, dopo che il governo del NSW non aveva preso provvedimenti nei confronti dei religiosi islamici che avevano chiamato gli ebrei “discendenti di maiali e di scimmie”.

“I leader della comunità ebraica non dovrebbero essere costretti a chiedere aiuto per far rispettare la legge quando la loro comunità si trova sotto assedio”, aveva detto Dutton a gennaio.

Negli ultimi mesi si è, inoltre, dimostrata particolarmente controversa l’interpretazione dello slogan anti-israeliano “dal fiume al mare”, da alcuni giudicato come una forma di incitamento all’odio.

A settembre il gigante dei social media Meta aveva stabilito che la frase presente sulle sue piattaforme - Facebook e Instagram - non doveva essere intesa come "hate speech".

In precedenza, il primo ministro Anthony Albanese aveva affermato che lo slogan era inappropriato e “non nell’interesse né degli israeliani né dei palestinesi”.

Domani, oltre alla legge sull’incitamento all’odio, il procuratore generale Mark Dreyfus dovrebbe introdurre anche le nuove leggi sulla privacy.

Le leggi sulla privacy cercheranno di porre un freno al doxing, ovvero la condivisione pubblica di informazioni private con intenti lesivi.