ROMA - Calano ancora le superfici investite a kiwi in Veneto, dato che nel 2023 si registra un calo del 7 per cento, da 2.950 ettari a 2.726. La motivazione degli espianti è dovuta alla moria di piante che da anni affligge il territorio, e che anche nel 2023 ha falcidiato le produzioni.
Di qui il decreto approvato nei giorni scorsi dal ministero dell’Agricoltura per sostenere le imprese agricole che abbiano subito danni superiori al 30 per cento a carico delle coltivazioni di kiwi.
“Siamo alle porte della raccolta dei kiwi, che inizierà intorno al 25 ottobre, per poi entrare nel vivo nella prima settimana di novembre”, fa sapere Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto, sottolineando che “la qualità quest’anno è buona, perché, grazie alle abbondanti precipitazioni, i frutti presentano un’ottima pezzatura e un’elevata qualità. Questo fa sì che, anche dal punto di vista del mercato, l’interesse ci sia, con richieste da parte dei commercianti e prezzi che si profilano molto buoni, in linea con le passate stagioni, sia per il kiwi verde, che per il giallo e il rosso, che è un prodotto di nicchia”, dichiara.
Il problema della provincia veronese, come per tutto il Veneto, è però quello produttivo, perché tra moria delle piante per ragioni climatiche e batteri risulta sempre più difficile fare quantità.
“A questo dobbiamo aggiungere le gelate primaverili, sempre più frequenti, che anche quest’anno hanno causato danni”, sottolinea Aldegheri, secondo cui “le rese si stanno sempre più abbassando, ed è probabilmente questo il motivo per cui molti agricoltori decidono di espiantare”.
La produzione raccolta di kiwi in Veneto nel 2023 è stata di 30.664 tonnellate, inferiore del 41,8% rispetto al 2022, e quindi su livelli produttivi molto inferiori agli standard tipici.