Spesso, o forse molto spesso, guardiamo al passato con la grazia del nostos, il viaggio di ritorno della memoria, centro dell’epica di Omero e radice della più moderna ‘nostalgia’. È soprattutto la seconda metà del secolo scorso ad affascinarci; gli anni dei bambini a scuola con il grembiule bianco, i calzettoni traforati, le scarpette con la punta e la cartella di pelle rossa, del sublime cinema di Fellini, Visconti, De Sica, di armoniose pellicole che conservano ancora la forza di esprimersi: Rocco e i suoi fratelli, La ciociara, Accattone. Sono gli anni della musica eterna, Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli, A chi di Fausto Leali, Il mondo di Jimmy Fontana. Ma irrompono prepotenti anche i ricordi legati ai decenni della Democrazia Cristiana al governo, del terrorismo impetuoso, dei lutti sportivi, della violenza sessuale allora riparata dal codice penale, del razzismo latente, e delle grandi migrazioni italiane.

Nino Randazzo – scrittore, saggista, commediografo, storico, uomo politico –, dal suo arrivo a Melbourne nel 1952, non ha soltanto partecipato al fermento della nuova comunità italiana in Australia, ma si è fatto soprattutto testimone di tutti questi incredibili mutamenti, delle trasformazioni politiche, sociali e culturali della sua terra d’origine abbandonata, ma mai dimenticata.

Prima con il profondo impegno giornalistico con Il Globo, poi con gli anni al Senato della Repubblica Italiana, dove è stato eletto nel 2006, all’età di 73 anni, Randazzo ha nel corso di tutta la sua vita rappresentato un incrollabile punto di riferimento e, a poco più di un anno dalla sua improvvisa scomparsa, anche l’immancabile festa degli Eoliani nel Mondo a Salina, di cui era orgogliosamente nativo, ha voluto fortemente celebrare la sua memoria.

Per l’ultima serata del grande evento, che quest’anno ha impegnato il weekend dal 4 al 6 settembre, gli organizzatori hanno coordinato un collegamento in streaming con l’Australia per la consegna di una targa commemorativa: “Alla memoria del senatore Nino Randazzo, difensore in Australia e nel mondo dei diritti degli emigrati italiani prima da redattore-direttore del quotidiano Il Globo e poi da senatore della Repubblica nel Parlamento italiano”, firmata da Marcello Saija, presidente del Centro Internazionale di Ricerca per la Storia e la Cultura Eoliana, nonché ideatore della celebrazione annuale, e Clara Rametta, sindaco di Malfa.

Il toccante video di presentazione, in cui il professore Saija ha ripercorso le tappe più importanti dell’esistenza di Randazzo, ha evidenziato quanto la vita del senatore sia stata segnata da un intenso legame con la famiglia di origine e con l’isola di Salina. Valdichiesa (Leni), in particolare, era il suo “paradiso”, il luogo in cui era venuto al mondo, dove amava fare ritorno.

Il suo impegno per l’Italia e per gli italiani non è mai cessato, ha cominciato a intensificarsi con il trasferimento a Melbourne insieme a sua moglie Maria, amatissima, da cui ha avuto tre figlie, e ha continuato a rinvigorirsi col passare del tempo. Si è sempre esposto per denunciare, attraverso la sua puntuale ed elegante penna, i soprusi e i pestaggi subìti dagli italiani in Australia, i sentimenti di ostilità razziale e i servizi televisivi che offendevano l’intera comunità.

La targa commemorativa in onore di Nino Randazzo dalla festa degli Eoliani nel Mondo

Noto anche per il suo talento teatrale, per i testi storici e i saggi redatti nel corso degli anni, Nino Randazzo resterà un ricordo indelebile in tutti coloro che lo hanno conosciuto e lo ricordano come ‘un signore d’altri tempi’, un esempio a cui spetta un eterno ringraziamento per il suo irreprensibile, inappuntabile impegno, fino alla fine.