BUDAPEST - Il Parlamento ungherese ha approvato con un’ampia maggioranza la legge che proibisce la parata del gay pride. La legge “vieta lo svolgimento di un raduno che violerebbe la normativa” del 2021, secondo la quale non è possibile promuovere “l’omosessualità e il cambio di sesso” tra i minori. 

Nei giorni scorsi, il disegno di legge che vieta la marcia del Pride da parte delle comunità Lgbtq+ era stato presentato da Fidesz, il partito di Viktor Orbán. Una decisione ha sollevato critiche a livello internazionale, con accuse di discriminazione e violazione dei diritti umani. 

La legge, messa a punto e presentata dalla coalizione di governo di Orbán, Fidesz-KDNP, mira a vietare la marcia del Pride in quanto violerebbe la tanto criticata legge ungherese sulla “protezione dei minori”, rendendo possibile multare chi partecipa all’evento. Il provvedimento stabilisce che è “vietato tenere un’assemblea in violazione” di una legge del 2021, che vieta la “promozione e l’esposizione” dell’omosessualità ai minori. Viene modificata anche la legge che regola il diritto di riunione, stabilendo che potranno aver luogo solo eventi “che rispettino il diritto dei bambini a un corretto sviluppo fisico, mentale e morale”. 

Gli organizzatori o i partecipanti di un evento vietato potrebbero rischiare multe fino a 500 euro e alla polizia sarebbe consentito utilizzare strumenti di riconoscimento facciale per identificare i potenziali trasgressori, ha osservato l’agenzia di stampa Afp. 

Il disegno di legge, presentato ieri e accelerato con una procedura eccezionale, è stato approvato dall’Assemblea Nazionale con 136 voti favorevoli e 27 contrari. Anche i deputati del partito di destra Jobbik e del partito di estrema destra Nostra Patria hanno votato a favore. I politici dell’opposizione del partito liberale Momentum hanno interrotto il voto protestando, accendendo razzi e suonando il vecchio inno dell’Unione Sovietica. L’opposizione ha anche lanciato dei volantini che ritraevano Orban e il presidente russo Vladimir Putin che si baciavano durante lo svolgimento delle votazioni.