CANBERRA - Il primo ministro Scott Morrison ha annunciato giovedì scorso l’istituzione di una Commissione reale d’inchiesta sulla devastante stagione dei roghi, sottolineando che dovrà investigare il ruolo dei cambiamenti climatici e le conseguenze di stagioni aride e calde più lunghe.
Morrison, che ha detto che la Commissione dovrà riconoscere l’importanza del clima e concentrarsi sulle azioni pratiche per mitigare e per rispondere prontamente alle emergenze e i disastri naturali, aveva precedentemente selezionato l’ex capo delle forze della difesa, maresciallo capo dell’aeronautica militare Mark Binskin, come presidente di un’eventuale commissione. Binskin verrà assistito dal giudice della Corte federale, la dottoressa Annabelle Bennett e dell’esperto legale di rischi climatici dell’Australian National University, il professore Andrew Macintosh.
I parametri della nuova Commissione prevedono che si occupi delle responsabilità condivise dei governi federale e statali, con Morrison che ha tenuto a precisare che al momento deve chiedere agli Stati l’autorizzazione a procedere, aggiungendo: “Dobbiamo stabilire nuovi poteri federali per poter dichiarare lo stato d’emergenza nazionale”.
L’inchiesta si interesserà anche della coordinazione tra tutti i livelli di governo per le operazioni di pulizia e diboscamento per ridurre i rischi , incluso il ruolo delle tradizioni indigene per prevenire e mitigare i rischi d’incendi.
“I commissari, prominenti figure leader nelle loro aree di specializzazione porteranno nell’inchiesta un mix di esperienze, da quella giuridica, militare e della pianificazione ambientale e la gestione del territorio”, ha detto Morrison.
Il ministro responsabile per la Gestione delle emergenza, David Littleproud, ha detto di essere preoccupato per la responsabilità della riduzione dei rischi incendi, che ricade sugli Stati, “dato che sembra inconsistente da una zona all’altra, soprattutto nei mesi invernali”.
Il primo ministro all’inizio di febbraio aveva scritto a tutti i premier statali e i ministri capo dei territori, chiedendo la loro cooperazione all’inchiesta.
In quell’occasione aveva ricevuto il tacito appoggio del premier del Victoria Daniel Andrews, che aveva comunque segnalato che per legge il governo statale deve condurre una revisione dopo ogni stagione degli incendi.
Dal canto suo, la premier del NSW, Gladys Berejiklian, ha annunciato già a gennaio l’apertura di un’inchiesta di sei mesi sulle case dei roghi boschivi.
Esperti hanno sollecitato ogni commissione di includere nell’inchiesta i cambiamenti climatici e gli effetti sui rischi di fuochi.
Il primo ministro, nell’annunciare l’istituzione della Commissione reale, ha negato che sia stata sollecitata dalle critiche all’esecutivo per la lentezza con la quale ha risposto all’emergenza, o per assumere responsabilità al momento affidate agli Stati: “La nostra decisione non riguarda chi deve fare cosa, ma vuole incoraggiare la cooperazione effettiva ed efficace di tutti”, ha detto.
Il professor Ross Bradstock, direttore del Centro per la gestione dei rischi ambientali dell’Università di Wollongong, ha ribadito che le 51 inchieste sugli incendi, condotte dal 1939 a oggi, non hanno mai tenuto conto degli effetti del surriscaldamento sui roghi, inclusa quella reale condotta nel Victoria, sul cosiddetto ‘Black Saturday’, nel 2009, che “non ha esplicitamente preso in considerazione i cambiamenti climatici”.
Intervenendo recentemente al Circolo della stampa di Canberra, Morrison ha detto che “è necessario che i governi prendano decisioni” per ridurre la vegetazione combustibile nei boschi, fissare regolamenti edilizi in zone soggette a incendi e regolare il diboscamento di vegetazione nativa.
Bradstock ha auspicato che la Commissione non abbia solo un ruolo di verifica, ma sia guidata da una taskforce indipendente di esperti, che “analizzino forensicamente” il disastro, incluso il ruolo dei cambiamenti climatici, il rapporto costi/benefici delle tecniche di prevenzione incendi, l’adeguatezza delle forze dei vigili del fuoco volontari, nuovi potenziali modelli di finanziamento e “una serie di altre cose”.
L’anticipata stagione degli incendi boschivi che ha colpito il Queensland a partire da settembre, il NSW, il Victoria e il South Australia, ha provocato una splendida gara di solidarietà tra gli australiani di ogni ceto sociale e credo politico e religioso, che ha visto la partecipazione, fra gli altri, di monaci musulmani, buddisti e sikh.