BENEVENTO - “Un incubo durato nove anni che adesso finisce”. Nunzia De Girolamo è stata assolta anche in corte d’Appello nell’inchiesta su presunte irregolarità di gestione nella Asl di Benevento. L’ex ministro era stata rinviata a giudizio insieme ad altri imputati. Al centro della vicenda giudiziaria l’esistenza di quello che gli inquirenti all’epoca definirono “un direttorio politico-partitico” che avrebbe influenzato la gestione dell’Asl sannita e di cui De Girolamo sarebbe stata a capo. Un’inchiesta nata sul finire del 2013, che esplose mediaticamente a inizio 2014 e che indusse De Girolamo a dimettersi (non indagata) dal governo Letta, in cui era responsabile delle Politiche agricole.
Un intrigo con contorni da spy story per via delle registrazioni che uno degli imputati, l’ex direttore amministrativo dell’Asl, Felice Pisapia, realizzò di nascosto nel corso di due incontri tenuti nella casa del padre di De Girolamo, che all’epoca non aveva ancora assunto incarichi di governo. Vertici ai quali lo stesso ex ministro, allora coordinatore provinciale del Pdl, aveva preso parte attivamente. L’acquisizione di quelle registrazioni da parte della magistratura portò al coinvolgimento dell’ex ministro nell’inchiesta che aveva preso il via da una serie di fatture pagate per prestazioni sanitarie per l’accusa mai effettivamente erogate. Associazione per delinquere, concussione e utilità in cambio di voto elettorale: queste le accuse originariamente contestate, a vario titolo, a De Girolamo.