NEW DELHI - Non ci sarebbe un guasto dietro il disastro del Boeing 787 della Dreamliner Air India, precipitato il 12 giugno subito dopo il decollo dall’aeroporto di Ahmedabad.
Secondo i risultati preliminari dell’inchiesta, pubblicati in esclusiva dal Wall Street Journal, gli interruttori che controllano il flusso di carburante ai due motori dell’aereo erano stati spenti. Questo ha provocato un’improvvisa e completa perdita di spinta del velivolo, che è caduto su un ostello per studenti di medicina poco dopo essersi sollevato da terra.
Gli investigatori si stanno quindi concentrando sulle azioni compiute dai piloti. Nel disastro sono morte 260 persone, tra cui tutti tutti i passeggeri, tranne uno.
Gli interruttori del carburante vengono normalmente mantenuti aperti per tutta la durata del volo. I piloti li utilizzano per avviare i motori, spegnerli o ripristinarli in caso di emergenza. Non è chiaro, quindi, come o perché questi interruttori siano stati spenti, sottolinea il quotidiano, né se vi sia stato un tentativo di riattivarli prima dell’impatto.
Il fatto che fossero disattivati potrebbe anche spiegare l’attivazione del generatore di emergenza dell’aeromobile, la turbina ad aria Rat (Ram Air Turbine). Il Rat un piccolo generatore eolico che fornisce energia elettrica e idraulica essenziale in situazioni di emergenza. Il suo intervento indica una perdita completa di potenza dei motori nei momenti precedenti all’incidente.
Il comandante dell’aereo, Sumeet Sabharwal, aveva alle spalle oltre 10.000 ore di volo su aerei a fusoliera larga, mentre il suo co-pilota, Clive Kunder, ne contava oltre 3.400.