MILANO – Le indagini sulle curve di San Siro, che hanno portato a 19 arresti, sono particolarmente delicate perché riguardano anche famiglie di spessore della criminalità organizzata.
Per questo, su richiesta del procuratore di Milano Marcello Viola, la prefettura ha disposto una scorta di quarto livello, con due militari della Gdf e una macchina per almeno sei mesi, per il pm della Dda Paolo Storari, titolare del fascicolo assieme alla collega Sara Ombra già sotto scorta per altre inchieste.
La tutela viene attivata proprio mentre dalle carte depositate emerge sempre di più il peso specifico dei clan della 'ndrangheta, di cui Luca Lucci, capo ultrà milanista ora in carcere, diceva: “Sono la mia famiglia”.
La figura dell’indagato, intercettato spesso in dialoghi con Fedez, era stata presa come esempio anche da Marco Ferdico, il capo ultrà nerazzurro. Quest'ultimo, con l'appoggio di Antonio Bellocco, rampollo del clan di Rosarno ucciso il 4 settembre, riunì a suon di intimidazioni e nel nome degli affari tutti i gruppi sotto l'unica sigla “curva Nord”. Nelle intercettazioni tra i due si parla esplicitamente del “modello Milan”, ossia della Sud che era arrivata per prima a quella unificazione.
Lucci sarebbe riuscito ad assumere “un ruolo di primo piano” nei confronti della tifoseria nerazzurra, tanto che lo scorso anno arrivò a “sindacare e porre il proprio veto sulla presenza di alcuni personaggi a lui invisi nella curva dell'Inter”, tra cui Francesco Intagliata, pure lui tra gli arrestati.
Nella curva rossonera, stando alle indagini, le cosche erano entrate ben prima. Se nell'area neroazzurra ci fu l'ingresso di Bellocco a fine del 2022, il contraltare nelle retrovie della tifoseria milanista era rappresentato dalla presenza di personaggi legati ai Papalia, ma pure a figure di origine palermitane.
Sarebbe stato, secondo i pm, proprio il peso dei clan calabresi nella Sud ad assicurare “una convivenza assolutamente pacifica” tra le due tifoserie in nome degli affari, una “saldatura concreta” e “in grado di filtrare le pretese di chiunque”.
In questo contesto di infiltrazioni criminali, si legge ancora, l'omicidio dello storico capo curva interista Vittorio Boiocchi, dell'autunno 2022 e ancora irrisolto, così come il tentato omicidio del 2019 dell'ultrà milanista Enzo Anghinelli, rappresentano “soltanto i fatti di sangue più cruenti ed attuali che portano a galla quegli interessi illeciti di entrambe le tifoserie”, tra cui il racket nella gestione dei parcheggi e dell'indotto attorno allo stadio Meazza, oltre a “significativi traffici di droga”, concludono i pm.