MILANO - Giovanni Oggioni, l’ex dirigente comunale milanese agli arresti domiciliari da due giorni con le accuse di corruzione, depistaggio e falso, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip di Milano Mattia Fiorentini.
Il suo nome compare in uno dei filoni del pacchetto di inchieste del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf coordinate dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici.
Oggioni, ex vicepresidente della Commissione paesaggio, avrebbe favorito pratiche edilizie per la società Abitare In a cambio dell’assunzione della figlia – anche lei architetta - con contratti per 124mila euro tra il 2020 e il 2023, senza dichiarare conflitti di interesse. Inoltre, avrebbe ricevuto un contratto di consulenza da Assimpredil Ance per 178mila euro tra il 2022 e il 2024 e influenzato pratiche edilizie di undici imprese associate.
“Quella è una dichiarazione dei pm che, ovviamente, non viene per niente condivisa dalla difesa”, ha spiegato Giovanni Brambilla Pisoni, legale della difesa, ai cronisti che gli hanno chiesto se esistesse un “sistema Oggioni”.
L’avvocato ha spiegato ai giornalisti che il suo assistito è molto depresso e “non nelle migliori condizioni per far fronte a questa situazione”, e sarebbe per questa ragione che si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma si riserva con la difesa di contestare tutte le accuse dopo aver letto gli atti.
La difesa presenterà più avanti istanza al gip per chiedere la revoca o l’attenuazione della misura cautelare, “dopo che avremo potuto accedere agli atti dei pm, di cui abbiamo chiesto copia, per chiarire la sua esatta posizione”, spiega Brambilla Pisoni.
Ovviamente, ha chiarito, Oggioni si dichiara estraneo alle accuse dei pm.
Sull’accusa di depistaggio, secondo cui l’ex dirigente avrebbe cancellato dati dai dispositivi sequestrati, il difensore ha spiegato che vuole vedere tutti gli atti prima di rispondere.