ADELAIDE – Venerdì 4 ottobre al Palace Nova Cinema di East End, l’Associazione Australia Donna, in collaborazione con Com.It.Es., SAIA e Dante Alighieri Society of SA ha organizzato una proiezione privata del film di e con Paola Cortellesi, C’è ancora domani, che ha già sbancato i botteghini in Italia. Il film ha vinto molti premi, tra cui il Critic’s Award al Sydney Film Festival e l’Audience Award al Rome Film Festival. 

Ambientato nell’Italia del dopoguerra del 1945, segue una donna che vive sotto il controllo di un marito violento, che cerca una via d’uscita e una vita migliore per sua figlia. La regista Paola Cortellesi, anche protagonista, ha detto in una delle sue numerose interviste che, grazie al successo di questo film e al modo in cui parla alle donne e agli uomini, è stata invitata a parlare al Parlamento italiano, nelle università, nelle scuole e a gruppi di giovani uomini e donne che affermano che questo film dice di più sull’emancipazione femminile rispetto al film, Barbie. 

Presenti anche il console Ernesto Pianelli e il sindaco di Campbelltown, Jill Whittaker, che presso il suo Comune ha ospitato già diversi workshop di sensibilizzazione, e il sindaco di Norwood, Payneham e St. Peters, Robert Bria. Dopo l’Acknowledgement of Country, Vera Ubaldi, parte del comitato e per l’occasione facenti le veci della presidente Daniela Costa, che si trova in Italia, ha dato il benvenuto ai presenti e spiegato che Australia Donna è un’organizzazione comunitaria dedicata alla conservazione delle storie delle donne di origine italiana in Australia. 

“Australia Donna, Com.It.Es., Dante Alighieri Society e SAIA si sono riuniti questa sera perché siamo profondamente coinvolti nella comunità italo-australiana. Riconosciamo l’impatto degli italiani sul ricco panorama multiculturale dell’Australia e celebriamo le numerose opportunità che questo Paese ci ha offerto, come comunità. Ogni organizzazione rappresentata qui stasera si preoccupa profondamente della salute, della sicurezza e del benessere degli italo-australiani, soprattutto le donne. E stasera, ci riuniamo per riflettere su come queste donne italiane, come tutte le donne, siano minacciate dallo spettro della violenza domestica”. 

Ha poi proseguito dando delle cifre, in particolare sottolineando che secondo l’Australian Government Institute of Health and Wellbeing, oltre una donna australiana su quattro, ovvero circa 2,7 milioni di persone e un uomo su sette, ha subito violenza domestica dall’età di 15 anni e circa il 12% di tutti gli australiani ha assistito a violenze contro la propria madre. Ricordiamo che al 23 aprile di quest’anno, 25 donne in Australia sono morte per violenza di genere, 11 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il 53% delle persone conosce una vittima o una sopravvissuta oppure è vittima o sopravvissuta a sua volta. Il 75% della violenza domestica non viene denunciata. 

Ogni minuto, circa 20 persone subiscono abusi fisici dal proprio partner. Ha poi proseguito spiegando le diverse forme di violenza domestica: fisica, sessuale, psicologica, finanziaria, sotto forma anche di controllo coercitivo, gaslighting o manipolazione, spesso giustificata da norme religiose e culturali. 

“Per molti nella comunità italiana, la violenza domestica, il controllo e l’abuso sono ancora un argomento tabù - ha proseguito Vera Ubaldi. -Parlando con i membri della nostra comunità e cercando di aumentare la consapevolezza, abbiamo notato che un codice del silenzio è ancora la norma. È difficile per chiunque parlarne, ma riguarda molti di noi. Stasera ci riuniamo per guardare un film eccellente e cercare di avviare una conversazione. Mentre i primi soccorritori, i rifugi per donne, gli assistenti sociali, i consiglieri e altri gruppi di supporto forniscono un aiuto cruciale alle vittime; mentre il governo del South Australia lancia una Commissione reale sulla crescente minaccia della violenza domestica per lo più contro donne e bambini, si applica agli uomini e alle diversità di genere in tutto il Paese; i bambini, tuttavia, sono maggiormente a rischio di violenza familiare, domestica e sessuale e questo richiede un’attenzione urgente se vogliamo aiutare a porre fine al silenzio”. 

Ha quindi concluso invitando il numeroso pubblico presente a considerare come la violenza domestica potrebbe operare nella nostra comunità. 

A considerare ciò che si vede e ciò che non si vede e a come ci si può supportare a vicenda. “[Infine, un grazie speciale al pubblico] per essere venuti questa sera, non solo per vedere un grande film, ma anche per mostrare la vostra solidarietà, aiutandoci a sensibilizzare e a parlare di un problema così importante”.  

Non potevano mancare i ringraziamenti al Palace Film Festival e al Palace Cinemas Adelaide per aver ospitato l’evento, in particolare un grazie al curatore Brandon Summers, “che ha lavorato con noi per oltre un anno per rendere possibile questa serata”. Ha poi preso la parola Pina D’Orazio, la vicepresidente del Com.It.Es., spiegando che compito dell’associazione che rappresenta è promuovere il benessere e l’inclusione di tutti i membri della comunità. Nel 2023, il Com.It.Es. ha lanciato il Progetto Donna, un’iniziativa dedicata a riconoscere e premiare le donne nella comunità italo-australiana e “questo progetto non è solo una celebrazione; è un passo necessario verso l’uguaglianza e il rispetto”. Ha quindi aggiunto che “la violenza contro le donne è un problema che affonda le radici nella mancanza di rispetto e nella disparità di opportunità”. “I Consigli di amministrazione dei nostri club e associazioni sono dominati da uomini, mentre i dati del censimento ci rivelano che le donne italiane costituiscono quasi la metà della nostra comunità. Senza pari opportunità, la nostra comunità italiana in South Australia non potrà mai essere protetta e inclusiva per tutti. La violenza sulle donne è un problema serio che richiede la nostra attenzione e il nostro impegno collettivo”, per poi ribadire che il Com.It.Es., in collaborazione con Australia Donna, la Dante Alighieri Society of SA e SAIA e molte altre associazioni, è determinato a promuovere il cambiamento. 

Per concludere: “Vogliamo costruire un ambiente in cui il rispetto delle diversità sia al centro delle nostre interazioni. È solo attraverso il rispetto e l’inclusione che potremo progredire come comunità e garantire un futuro migliore per tutti noi. Insieme, possiamo fare la differenza”. 

Ha concluso gli interventi Edmondo Palombo, presidente della Dante Alighieri SA che, dopo aver ringraziato Vera Ubaldi per l’organizzazione della serata, ha ripetuto un messaggio che spesso si sente durante gli eventi Dante: “Solo un piccolo uomo usa la violenza per sentirsi grande”. 

Dopo la proiezione del film, una sorpresa: un videomessaggio di Paola Cortellesi al pubblico di Adelaide, ringraziando Australia Donna innanzitutto e tutte le associazioni che hanno partecipato: “Io spero che questa iniziativa possa continuare a sensibilizzare il pubblico e incoraggiare un cambiamento positivo sull’argomento della violenza contro le donne. Il mio film è solo una storia ma mi auguro che possa servire da stimolo per ulteriori riflessioni”.