VARSAVIA - Il governo polacco ha invocato l’articolo 4 della Nato, che impegna gli alleati a consultarsi per valutare l’entità di una minaccia nei confronti di un membro, in seguito all’incursione di alcuni droni, presumibilmente russi, nel suo spazio aereo. Ad annunciarlo al Parlamento è stato il primo ministro polacco, Donald Tusk, dopo una riunione di emergenza all’alba con i vertici della difesa e il presidente Karol Nawrocki, che ha parlato di un “momento senza precedenti nella storia dell’alleanza”.
Mai in precedenza droni erano stati abbattuti nei cieli di un Paese Nato. L’entità dell’attacco, durato tutta la notte, non è invece ancora chiara. Tusk ha riferito di aver registrato 19 violazioni dello spazio aereo e di aver abbattuto almeno 3 droni, in un’operazione che ha coinvolto anche caccia olandesi e aerei da ricognizione italiani. Finora sono stati rinvenuti i resti di 7 droni e di un proiettile non identificato. Nessuno è rimasto ferito e si segnalano solo danni a un’abitazione e a un’auto a Wyryki, nel voivodato orientale di Lublino.
L’articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico su cui è stata fondata la Nato prevede che “le parti si consulteranno ogni volta che, a giudizio di una di esse, sia minacciata l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti”. A invocare la consultazione dei Paesi nel Consiglio del Nord Atlantico (il Nac), è stato il Premier polacco Donald Tusk nel suo intervento in Parlamento dopo le violazioni dello spazio aereo la notte scorsa da parte di droni provenienti dalla Bielorussia.
Secondo l’Alleanza Atlantica, l’articolo 4 è stato invocato solo sette volte dalla creazione della Nato nel 1949 e l’ultima volta è stato il 24 febbraio del 2022, il giorno in cui è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina da Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia. La prima volta, era stato il 10 febbraio del 2023, quando la Turchia aveva chiesto consultazioni sull’assistenza difensiva della Nato nell’evento di una minaccia alla sua popolazione o territorio in seguito al conflitto in Iraq.
Il Nac, il consiglio in cui sono rappresentati tutti i Paesi alleati previsto dall’articolo 9 del Trattato, ha autorità politica effettiva e potere decisionale, supervisiona i processi politici e militari relativi alle questioni di sicurezza che interessano l’intera Alleanza. Le decisioni vengono adottate per consenso. “Il Consiglio - recita l’articolo - deve essere organizzato in modo di riuscire a riunirsi tempestivamente in qualsiasi momento”.
Per il 68enne premier Donald Tusk non ci sono dubbi: “Questa situazione ci avvicina più che mai a un conflitto aperto dalla seconda guerra mondiale”, ha scandito davanti al Parlamento. Tusk ha riunito d’emergenza all’alba i vertici della difesa e il presidente Karol Nawrocki, da cui lo divide la politica ma con cui ha risposto compattamente a quella che considera un’aggressione pianificata e voluta, poco prima che la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, come ogni anno tracciasse a Strasburgo lo stato e il futuro dell’Ue.
La reazione doveva essere all’altezza della sfida: tutta la Nato, così come l’Unione Europea, si è mobilitata per stringersi attorno a Varsavia e contro la Russia. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha affermato di aver avvertito in modo tempestivo la Polonia dei droni diretti verso il suo territorio, che sarebbero parte dello stormo di centinaia di Shahed scagliato nella notte contro l’Ucraina. Il leader di Kiev ha colto l’occasione per tornare a chiedere ai partner europei di creare un sistema comune di difesa aerea contro queste minacce. Zelensky non ha dubbi: il presidente russo, Vladimir Putin, ha “tentato di umiliare un Paese chiave” e ha creato un “precedente pericolosissimo”. Che la Russia abbia violato di proposito lo spazio aereo polacco è però tutt’altro che sicuro.
Tusk ha affermato che non c’è alcuna ragione di discutere di uno stato di guerra, per quanto l’episodio mostri la necessità di “prepararsi a diversi scenari”. La Nato, secondo fonti interne, non starebbe trattando l’accaduto come un attacco e il suo segretario generale, Mark Rutte, ha spiegato che è ancora in corso la valutazione dell’intenzionalità dello sconfinamento, comunque “assolutamente sconsiderato” e “assolutamente pericoloso”. Si sbilancia maggiormente l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera e di Sicurezza, Kaja Kallas, per la quale “le indicazioni suggeriscono” che l’incursione “sia stata intenzionale, non accidentale”.
A sostenere la tesi dell’incidente è invece la Bielorussia, ambigua alleata di Mosca, che ha rivendicato di aver aiutato la Polonia a localizzare i droni e a intercettarli. Secondo il Capo di Stato Maggiore di Minsk, Pavel Muraveiko, stanotte numerosi apparecchi sono stati mandati fuori rotta dai sistemi elettronici di difesa delle due nazioni in guerra, tanto che alcuni apparecchi ucraini avrebbero finito per sorvolare la Bielorussia per errore e sarebbero stati abbattuti con il contributo della Polonia stessa.
Nessun commento ufficiale, invece, dal Cremlino, che ha affermato di non aver ricevuto alcuna richiesta di contatto da Varsavia. “I vertici dell’Ue e della Nato accusano la Russia di provocazioni ogni giorno, il più delle volte senza nemmeno provare a presentare alcun argomento”, si è limitato ad asserire il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. L’incaricato d’affari russo in Polonia, Andrei Odarsz, convocato d’urgenza dal ministero degli Esteri di Varsavia, ha dichiarato, da parte sua, che al momento non c’è alcuna prova che gli aeromobili intrusi provenissero dalla Federazione.