ROMA - La sostituzione del Procuratore Capo di Roma Giuseppe Pignatone, andato in pensione all’inizio del mese scorso, sta scatenando un duro scontro tra correnti all’interno della magistratura. Ma sul tavolo, oltre alla nomina alla più grande Procura della Repubblica e al conseguente domino di nomine, c’è anche la continuazione dell’azione investigativa incardinata dallo stesso Pignatone nei suoi anni di dirigenza. “Sono giornate complicate queste, stiamo assistendo ad una sorta di guerra tra due schieramenti: quello della continuità e quello della discontinuità. Da quando è andato via Pignatone la situazione è esplosa”, così un pm di lungo corso spiega all’Ansa quello che sta accadendo all’interno della magistratura e che sta lambendo anche il Consiglio superiore, che deve nominare il sostituto. Nel bel mezzo della corsa per la nomina, per la quale ci sono tre candidati - il procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, il procuratore capo, sempre nel capoluogo toscano, Giuseppe Creazzo e il suo omologo a Palermo, Giuseppe Lo Voi - scoppiano infatti due scandali che stanno scuotendo i palazzi della magistratura e che sono legati proprio alla battaglia in corso al Csm. Entrambi gli scandali che hanno colpito le due fazioni sono incentrati sulla figura dell’avvocato Piero Amara, che ha patteggiato tre anni di reclusione ed è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, false fatturazioni e alla corruzione in atti giudiziari. Proprio riguardo le indagini su Amara, il pm di Roma Stefano Rocco Fava ha presentato un esposto che accusa Pignatone di aver agito in conflitto di interessi, perché il fratello avvocato sarebbe stato consulente di Amara. È notizia poi degli scorsi giorni che il pm Luca Palamara, in corsa per un posto di procuratore aggiunto a Roma, sia indagato per corruzione dal Tribunale di Perugia in merito ai suoi rapporti sospetti con l’imprenditore Fabrizio Centofanti, arrestato per frode fiscale e anche lui in affari con Piero Amara. “Le notizie sull’iscrizione di Palamara e sull’esposto di Fava - fa notare sempre all’Ansa un sostituto procuratore, titolare in passato di numerose inchieste ‘sensibili’ - rientrano in questa guerra di posizione: da un lato si tenta di colpire il fronte della discontinuità (Viola) e dall’altra quella che vorrebbe a capo della Procura un nome che possa continuare il lavoro di Pignatone, ovvero Lo Voi”.