BARCELLONA (Spagna) – Migliaia di persone si sono mobilitate mercoledì scorso in cinque città della Catalogna per diverse manifestazioni indette da varie organizzazioni indipendentiste.

A organizzarle in particolare Asamblea Nacional Catalana, Omnium Cultural, l’Associazione dei municipi per l’indipendenza e Comitati di difesa della repubblica.

Il tutto in occasione della caduta di Barcellona nelle mani delle truppe borboniche, durante la guerra di successione spagnola, l’11 settembre 1714, una festività chiamata ‘la Diada’.

È il primo anno che la data ricorre dall’insediamento del governo guidato dal socialista Salvador Illa – dopo 14 anni di esecutivi a guida indipendentista – segnata da una profonda divisione delle forze sovraniste.

“L’indipendentismo ha perso potere politico e non possiamo avanzare collettivamente fino a che non ci sarà un’autocritica”, ha affermato Xavier Antich, presidente di presidente di Omnium Cultural, invitando “a uscire subito dalla paralisi e la stagnazione” e a “ridefinire le strategie”.

Antich si è rivolto al governo di Salvador Illa, sostenuto da Psc, dalla Sinistra repubblicana di Erc e dai Comuns-Podemos, per ricordare che “non ci sarà una normalità fino a che sarà affrontato il conflitto politico e si potrà esercitare il diritto della Catalogna a decidere sul suo futuro collettivo”.

E fino a quando Carles Puigdemont, deputato di JuntsXCatalunya, ritornato in Belgio dopo una toccata e fuga a Barcellona l’8 agosto, “potrà occupare il suo seggio” nel Parlamento catalano, come ha aggiunto Antich.

Assenti dalla manifestazione a Barcellona, Marta Rovira e Oriol Junqueras, i leader di Erc, oltre agli esponenti del governo di Illa, che aveva presieduto in mattinata gli atti ufficiali della commemorazione.

“Catalogna deve essere un progetto collettivo di tutti e di tutte”, ha segnalato il Governatore nel suo messaggio istituzionale. Da parte sua, l’ex presidente catalano, Carles Puigdemont, in un messaggio su X ha fatto appello a mantenere “il filo rosso della resistenza” catalana del 1714.

“Torniamo alle strade”, lo slogan che fa appello alla mobilitazione e all’unità delle cinque manifestazioni che si sono svolte in contemporanea a Tarragona, Girona, Lleida e Tortosa, con una partecipazione di molto inferiore a quelle registrate negli anni caldi del processo secessionista.

L’appoggio all’indipendenza registra il consenso più basso dell’ultimo decennio: nel giugno 2015 era sostenuto dal 43% della popolazione, a fronte del 50% contrario, mentre nel 2024 la percentuale dei favorevoli all’indipendenza è scesa al 40%, rispetto al 53% che si dice contrario, stando all’ultimo sondaggio del Centro studi di opinione della Generalitat.