BUENOS AIRES – Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica (Indec), l’indice dei prezzi al consumo (Ipc) ha toccato, nell’ultimo mese, un tetto del 7,7%, portando l’inflazione a un tasso di 104,3% annuo.

Il dato di marzo è superiore di 10,4 punti percentuali rispetto a quello registrato nell’aprile del 2002, dopo che il paese è uscito dal regime di convertibilità, che aveva stabilito la parità del dollaro americano con il peso argentino.

L’indice dei primi tre mesi dell’anno ha accumulato una crescita del 21,7 per cento. 

Il segretario alla politica economica, Gabriel Rubinstein, ha affermato che: “Marzo ha presentato dati di inflazione estremamente elevati”.

Il funzionario ha poi sottolineato come: “Gli aumenti di beni e servizi regolati, tendono ad aumentare in questo periodo dell’anno, come l’istruzione (29,1%), gli aumenti legati alla stagionalità di frutta (14,2%) e verdura (9,1%), a cui si è aggiunto quello del settore abbigliamento (9,4%)”. 

“Durante il primo trimestre dell’anno, la siccità, le alte temperature e l’influenza aviaria hanno avuto il loro maggiore impatto su beni primari quali frutta, verdura, carne e uova, che insieme hanno contribuito per 2,1 punti percentuali all’inflazione di marzo – ha aggiunto Rubinstein –. La siccità e l’influenza aviaria hanno influito sugli aumenti dell’11,5% dei prezzi della carne bovina e del 26,7% nel pollo, con un’incidenza significativa nel Ipc”. 

Da parte sua, la portavoce del governo, Gabriela Cerruti, ha affermato che “Il numero che vediamo oggi rappresenta il momento peggiore dell’impatto della guerra sui prezzi internazionali e la peggiore siccità nella storia del Paese. Sappiamo, e ci preoccupa, come influisce sulla vita quotidiana di ogni famiglia”. 

È l’aumento di prezzi più alto registrato durante il governo di Alberto Fernandez, superando il 7,4% di luglio 2022, dopo le dimissioni dell’ex ministro dell’Economia Martín Guzmán.

I dati restano, per ora, decisamente lontani dall’obiettivo indicato qualche mese fa dal ministro dell’Economia, Sergio Massa, che aveva promesso un indice dei prezzi vicino al 3% per il mese di aprile.