MILANO - La Procura di Milano ha chiuso le indagini, condotte dai carabinieri del Ros, nei confronti di due persone con base in Lombardia che, a partire dai primi mesi del 2023, si sarebbero fatti promotori di una collaborazione con i servizi di intelligence russi per fornire informazioni di natura sensibile. Tra i punti di interesse ci sarebbero stati la mappatura dei sistemi di video sorveglianza delle città di Milano e Roma, mostrando particolare attenzione alle “zone grigie”, ossia a quelle aree cittadine non coperte da telecamere. 

L'accusa è di “corruzione del cittadino da parte dello straniero”, aggravata da finalità di terrorismo ed eversione. 

Come si legge in una nota firmata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, responsabile del pool antiterrorismo di Milano, l'indagine sarebbe iniziata a partire dall'aprile 2024, e scaturisce dagli esiti di una complessa attività investigativa nella quale sono stati riscontrati l'adescamento da parte di cittadini russi e la successiva corrispondenza sul canale Telegram con gli indagati.  

I due, dietro compenso in criptovalute, si prestavano a reperire documentazione classificata, fotografie di installazioni militari e informazioni su tecnici specializzati nel campo dei droni e della sicurezza elettronica. Gli indagati avrebbero pure proposto a cooperative di taxi di Milano un piano che prevedeva l'installazione a titolo gratuito di “dash cam” (piccole videocamere in genere di sicurezza) sulle vetture, nella prospettiva di affidare all'insaputa dei tassisti la gestione dei dati che si sarebbero potuti ricavare all'intelligence russa e per molteplici finalità.