QUITO - La campagna per le elezioni generali in Ecuador del 2025 è iniziata ufficialmente domenica 7 gennaio, in un clima di tensioni all’interno del governo del presidente Daniel Noboa, che cerca la rielezione, e della vicepresidente Verónica Abad.  

Il rapporto tra i due leader è stato segnato da conflitti fin dall’inizio del mandato, nel novembre 2023, quando Noboa decise di nominare Abad ambasciatrice dell’Ecuador in Israele. Da quel momento, la vicepresidente ha denunciato un presunto mobbing da parte del presidente, che lei interpreta come un tentativo di costringerla a dimettersi. 

La polarizzazione politica si è intensificata in un clima di violenza e insicurezza, il cui punto culminante è stato l’assassinio del candidato presidenziale Fernando Villavicencio, avvenuto ad agosto del 2023. 

Il tragico evento ha segnato profondamente il panorama politico e ha evidenziato la crescente violenza che permea il processo elettorale del paese. Diversi esponenti politici hanno denunciato minacce, tra cui Jan Topic, la cui candidatura è stata squalificata dal Tribunale Elettorale Contenzioso (TCE), e Pedro Granja, che ha deciso di rinunciare alla campagna presenziale a causa di una “insicurezza latente”. 

Il futuro governo dovrà confrontarsi con una serie di sfide complesse, tra cui il rafforzamento della sicurezza, la riattivazione dell’economia, la gestione della crisi energetica, la lotta alla corruzione e la riorganizzazione delle relazioni diplomatiche internazionali, solo per citarne alcune.  

In questo complesso contesto politico, i cittadini si preparano a eleggere il nuovo presidente e vicepresidente, che assumeranno le loro funzioni a maggio 2025. 

La campagna elettorale si concluderà giovedì 6 febbraio: i candidati hanno quindi un lasso di tempo di 33 giorni per presentare le loro proposte. Durante questo periodo, potranno organizzare eventi pubblici, riunioni e attività di campagna, nel rispetto del limite di spesa elettorale, che si aggira intorno ai 5,5 milioni di dollari.  

Il calendario approvato dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) stabilisce che la prima votazione si terrà domenica 9 febbraio 2025. Se nessun candidato ottiene il 50% dei voti (o il 40% con una differenza di 10 punti rispetto al secondo), il 13 aprile si svolgerà un ballottaggio in cui si sfideranno i due candidati più votati nel primo turno. 

Le elezioni del 2025 non eleggeranno solo il presidente e il vicepresidente della Repubblica per il periodo 2025-2029, ma anche 151 rappresentanti all’Assemblea Nazionale e cinque rappresentanti al Parlamento Andino.  

Il 19 gennaio è previsto il primo dibattito presidenziale tra i candidati, un evento cruciale per conoscere le proposte e le posizioni dei principali contendenti. 

In Ecuador il suffragio è obbligatorio per i cittadini tra i 18 e i 65 anni che sono registrati nelle liste elettorali. Per i giovani tra i 16 e i 18 anni e per gli anziani oltre i 65 anni, il voto è facoltativo. Chi non partecipa alle elezioni senza una giustificazione valida viene sanzionato con una multa, pari al 10% di un salario base unificato. Inoltre, coloro che non si presenteranno per far parte delle giurie elettorali, dovranno affrontare una multa del 15% di una retribuzione mensile unificata. 

Tra i candidati alla presidenza ci sono Luisa González, del partito Revolución Ciudadana, che si presenta nuovamente dopo la sua presentazione nelle elezioni precedenti, con il sostegno dell’ex presidente Rafael Correa.  

Altri candidati, sebbene con minori possibilità di successo, sono Henry Cucalón, ex ministro, e Carlos Rabascall, ex candidato a vicepresidente per il correismo. Concorrono per la presidenza anche Iván Saquicela, ex presidente della Corte Nazionale di Giustizia, che si presenta con il movimento Democracia Sí, e Leonidas Iza, leader della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (Conaie), che si presenta con il Movimento di Unità Plurinazionale Pachakutik.