PADOVA - Dal 18 al 26 maggio si celebra la Gifted Awareness Week, una settimana il cui scopo è di parlare della plusdotazione, una caratteristica che si manifesta nel 5% della popolazione.
La plusdotazione viene spesso collegata al QI e i bambini con questa peculiarità sono particolarmente abili a livello intellettivo, spesso con una specifica attitudine scolastica, che può abbinarsi al pensiero creativo, alle capacità nelle arti visive, dello spettacolo, motorie e di leadership.
Un aspetto caratteristico dei bambini e delle bambine plusdotati è la disarmonia emotiva e una grande sensibilità che li porta a vivere molto intensamente le proprie emozioni, manifestando comportamenti che possono essere spesso considerati ‘esagerati’ da chi li osserva.
Alice Azzalini, insegnante di inglese di una scuola superiore a Padova, ha appena concluso il suo dottorato all’Università degli Studi di Padova, con una tesi sull’insegnamento delle lingue agli studenti plusdotati nelle scuole superiori, dal titolo Teaching Languages to Raise Talent. An Inclusive and Interdisciplinary Research on Verbal Giftedness in the Upper Secondary School.
Durante gli anni di dottorato, Azzalini ha potuto lavorare al fianco di Alberta Novello, professoressa di Didattica delle Lingue Moderne presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università degli Studi di Padova, un’esperta in materia e la prima in Italia a scrivere un libro sulla plusdotazione nella classe di lingue: La classe di lingue inclusiva. Gli studenti con altissime abilità, edito da Mondadori Università che a breve uscirà anche nella versione tradotta in inglese.
“Volevo studiare questa categoria di apprendenti di cui si parla così poco in Italia e ho fatto domanda a Padova proprio perché volevo collaborare con la professoressa Alberta Novello, che è la massima esperta in plusdotazione e lingue in Italia. Ho avuto la fortuna di lavorare con lei tre anni, presentando la tesi di dottorato lo scorso febbraio”, racconta Azzalini che nel corso della sua carriera si è specializzata sui DSA - disturbi specifici dell’apprendimento - e BES - bisogni educativi speciali.
Nel 2019 la decisione di fare il dottorato sui ragazzi e bambini plusdotati, che in Italia è ancora la categoria meno conosciuta, tanto che è stata inserita nella lista dei bisogni speciali solo quell’anno.
“Gli insegnanti italiani non li conoscono e non li riconoscono - sottolinea -. Per me il dottorato è stato molto utile perché mi ha aiutato moltissimo a capire quelle che sono le caratteristiche dei bambini plusdotati”.
Azzalini ha condotto la sua ricerca tramite un’osservazione diretta, passando del tempo in tre classi diverse di una scuola superiore di secondo grado e utilizzando tecniche non tradizionali, grazie alle quali è riuscita a identificare non solo un gruppo di ragazzi capaci, “più di quanti non mostrino le statistiche”, sottolinea, ma anche un ragazzo ad alto potenziale cognitivo.
Per riuscire a identificare e a stimolare questa categoria di studenti, gli insegnanti di lingua dovrebbero “alternare i compiti chiusi con quelli aperti, non caricare i ragazzi di esercizi grammaticali chiusi e di completamento, ma dare spazio invece a tecniche glotto-didattiche che danno la possibilità di risposte aperte, quindi non solo di comprensione, ma anche di pensiero critico e di problem solving.
Si possono proporre esercizi dove chiedere allo studente di trovare risposte a problemi esistenti della comunità, ad esempio ‘come inserire i giovani nel contesto politico’, invitandolo a creare degli slogan o proponendo attività avvincenti che portino a un utilizzo molto più significativo della seconda lingua”.
L’insegnante invita i colleghi a “discostarsi dalla lezione frontale, dalla grammatica tradizionale cercando tecniche altamente comunicative basate su materiali autentici, che aiutino a mettere in moto la logica e il pensiero critico per accedere alla fruizione verbale di cui i plusdotati sono molto capaci”.
I ragazzi plusdotati, oltre ad avere un’intelligenza cognitiva molto alta, hanno soprattutto una spiccata intelligenza emotiva: “E di solito questo aspetto non si considera - prosegue Azzalini -. Hanno un’empatia fortissima rispetto agli altri e anche verso la natura e l’ambiente; è come se vedessero la realtà attraverso un microscopio che li porta ad analizzare le parole e le emozioni nei minimi dettagli rispetto ai propri pari. Questo fa sì che, nell’ambito verbale, utilizzino il linguaggio in maniera molto precoce, cogliendo tutte quelle sfumature di senso e significato, e comprendendo concetti astratti che di solito compaiono più tardi negli anni”.
La grande passione di Alice Azzalini per l’argomento l’ha portata anche a scrivere una fiaba per raccontare la storia di un bambino plusdotato: "Perché sulla plusdotazione nei bambini molto piccoli, quindi in età prescolare, ci sono pochissime ricerche. Spero che la fiaba di Gioda, un topolino non convenzionale, raggiunga famiglie e insegnanti”.